Le parole del presidente della Serie C Francesco Ghirelli nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport.
ROMA – Francesco Ghirelli, presidente della Serie C, ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport. Queste le sue parole: “Il calcio e, in generale, il mondo dello sport sono fermi. Fermi sono gli atleti, i medici, gli allenatori, le partite, i campionati. Una filiera, quella sportiva, congelata. Ma non è ferma unicamente la filiera sportiva: è ferma anche quella economica e quella sociale, due filiere che aggregano attori e interessi molteplici. Abbiamo di fronte uno scenario di guerra, in cui le stime ci dicono che l’Italia perderà oltre 9 punti di PIL. L’emergenza ci chiede che tutti facciano grandi sacrifici, anche per ricostruire il giocattolo del calcio che rischia di non tornare ad essere lo splendido palcoscenico di una volta, che garantiva ricchi profitti a molti.
Se guardiamo al mercato delle scommesse sportive, nel 2019 mi risulta che il calcio abbia pesato per quasi il 75%, considerando il canale fisico e quello online. Riflettiamo a sistema sulla proposta dell’1%. C’è un altro elemento che mi preme sottolineare: la richiesta dell’1% riguarda non solo il calcio (per lo 0,50%) ma tutte le altre discipline sportive (per il restante 0,50%). Ai raccoglitori di scommesse interessa o no che non solo il calcio riparta, ma che insieme al calcio riparta tutto lo sport italiano? – continua Ghirelli – Sono sempre più convinto che il calcio dovrà modificare il proprio modo di pensare e dovrà ragionare a sistema, un sistema solidale. Dovrà anche comprendere un nuovo paradigma fatto da più calcio sociale e meno calcio speculativo, da più calcio territoriale e meno calcio elitario. I riflettori dovranno allargare il loro raggio di luce: da pochi eletti, dovranno essere puntati sulle persone, sui giovani, su quel calcio vero, autentico, popolare.
Se lo sport italiano ha necessità dell’1% e il calcio ha bisogno di quello 0,50% per metterlo nel Fondo Salva Calcio – insieme ad altre fonti finanziarie, oltre a quelle di FIGC – è perché dobbiamo dare linfa a tutto il sistema, e non fare gli interessi di qualcuno a discapito di quelli degli altri. Noi di serie C, unici tra le leghe professionistiche, abbiamo firmato un accordo con Aic ed Aiac per tagliare, proteggendo le fasce salariali più basse, gli emolumenti. E parliamo di allenatori, tecnici, calciatori che non hanno compensi d’oro! Una fascia rilevante prende annualmente 26mila euro lordi. Lo sport e il calcio debbono ripartire, ognuno deve tirare la cinghia dei pantaloni. Questo è il vero snodo, anche, per chi raccoglie scommesse. E il tempo dell’intervento non è una variabile indipendente”.