Dal via libera del CTS per il ripristino del campionato il 20 giugno alla montagna di problemi che ottenebra il campionato italiano
Il via libera annunciato dal ministro Vincenzo Spadafora apre diversi scenari. In primo luogo la riapertura del campionato il 20 giugno, in linea con altri campionati impone l’obbligo di sbrigare la pratica Coppa Italia almeno una settimana prima e allora le due date più ovvie per le due semifinali sarebbero il 13 e il 14 giugno con la finale il giugno a Roma.
Il problema imponente che si pone a questo punto è una modifica del DPCM che vieta lo svolgimento delle manifestazioni sportive al 15 giugno, fatto che cozzerebbe con lo svolgimento delle due semifinali.
Altri problemi, però, si catapultano minacciosamente: in primo luogo gli organi di governo vorrebbero fare svolgere le partite in orari pomeridiani, fatto al quale AIC si è opposta fermamente in quanto pericoloso per i giocatori; tutto ciò provocherebbe una reazione dei calciatori che potrebbe sfociare in uno sciopero.
Ad aggravare il problema calciatori si aggiunge anche il problema dei diritti in chiaro; gli organi di governo vorrebbero creare un modalità di diretta gol in chiaro, fatto che collide con gli interessi economici delle TV a pagamento.
A peggiorare la situazione vi è anche il protocollo del CTS che non sarebbe ben visto sia dai medici sportivi, i quali non concordano sulla quarantena integrale, sia dalle squadre perché rischierebbe di interrompere forse definitivamente l’attività agonistica nel bel mezzo del suo svolgimento. Dunque la notizia del ritorno del campionato non riduce le preoccupazioni perché le domande che affliggono il calcio sarebbero ancora irrisolte.
La serie A e la serie B riprenderanno regolarmente il cammino del campionato ma la serie C cosa farà? La levata di scudi della maggioranza delle società di C che non vede soluzioni di ripresa a causa del protocollo sanitario che impedirebbe al pubblico di partecipare alle manifestazioni, e della grave crisi economica che non permetterebbe il mantenimento delle spese sanitarie ed extra, difficilmente porterà all’avvio del campionato.
Il ritorno e la definizione di una data non risolve il problema se non si cercherà di risolvere altri micro problemi che potrebbero stravolgere o di più a far cessare definitivamente questo campionato.