La stagione ufficiale 2010 – 2011 è iniziata da poco, ma si è potuto raccogliere così tanto materiale sulle occasioni perse per sfortuna, ingenuità, mancanza di personalità, concentrazione, oppure per presunzione, che potremmo già scrivere un romanzo.
In Ucraina contro il Metalist, la compagine capace di eliminarci due anni fa dalla medesima competizione e il principale avversario in chiave qualificazione, considerando il Psv un gradino più in alto, riusciamo nell’impresa di gettare al vento una vittoria, o almeno un risultato positivo, non capitalizzando una superiorità numerica iniziata al 56’, per l’espulsione di Taison, peraltro uno degli uomini più temuti in casa blucerchiata. Davvero, incredibile.
Di Carlo conferma l’ampio turnover annunciato alla vigilia: Pazzini e Palombo sono rimasti a Genova, Semioli e Lucchini fermi ai box, Zauri e Guberti in panchina, spazio ai giovani: Cacciatore e Volta in difesa, Koman, Marilungo, Dessena e il rientrante Poli a centrocampo, è Pozzi a far coppia con Cassano. Sull’altro fronte gran parte delle speranze ucraine si affidano ai piedi dei sudamericani Taison e Cleyton Xavier, mentre in difesa è palese le difficoltà nel controbattere la velocità dei talenti blucerchiati.
Fin dalle prime battute si intuisce che sarà una partita equilibrata, ricca di occasioni da rete e capovolgimenti di fronte: al 4’ sfioriamo il vantaggio con Dessena, che anticipa l’uscita di Disljenkovic nello svolgimento di un corner, ma Bordiyan spazza sulla linea, ma, per un pericolosissimo pallone perso da Koman a centrocampo, il Metalist si lancia in contropiede e va vicinissimo al bersaglio grosso con Taison, il quale, a tu per tu con Curci, spara addosso all’estremo difensore doriano.
Se gli ucraini si affidano alle giocate del tandem sudamericano, che cerca gloria con conclusioni dalla lunga distanza, la Samp risponde con il gioco corale e le verticalizzazioni, come al 21’ quando Pozzi, servito in profondità da Dessena, anticipa l’uscita di Disljenkovic, recupera la palla dal fondo ma, da posizione assai defilata, prova inutilmente un pallonetto con la sfera che termina sul fondo, piuttosto che servire Marilungo, ben posizionato in area.
Con il passare dei minuti siamo riusciti a tenere i reparti piuttosto vicini tra loro, a prendere le misure all’avversario e a far salire il proprio baricentro, con Marilungo disposto a sacrificarsi molto sulla fascia e un Koman assai ispirato, proseguendo nella buona prova offerta contro la Fiorentina. Dopo un’innocua conclusione di Cassano al termine di un’interessante serpentina sulla sinistra, il risultato si sblocca a nostro favore con un’azione capolavoro Marilungo – Cassano – Pozzi, tutto di prima intenzione, la sfera termina sui piedi di Koman, bravo ad infilarsi nella difesa ucraina, ad eludere l’uscita dell’estremo difensore e ad insaccare da posizione angolata. Un’azione da applausi.
Siamo o almeno sembriamo padroni del campo, il Metalist pare aver subito il colpo e fatica a riprendere il bandolo della matassa, sarebbe importantissimo concludere in vantaggio la prima frazione, ma una consueta dormita riporta l’avversario in partita quando meno ce lo si aspetta: percussione di Taison, che da centrocampo arriva fino al limite dell’area senza aver opposizione posta da qualche blucerchiato, conclusione potente e precisa, la sfera s’infila nel sacco alla sinistra di Curci, tutto da rifare. Ad inizio ripresa Di Carlo ripresenta gli stessi 11 e si va subito alla ricerca del nuovo vantaggio, ma al minuto 48 Pozzi, su perfetto servizio di Cassano dalla destra, si divora in spaccata un goal fatto a tu per tu con Disljenkovic, anticipando anche Marilungo, smarcato alle sue spalle.
E’ Taison a prendere per mano il Metalist, sfiorando la doppietta personale con un’insidiosa conclusione angolata, ma Curci risponde “presente”. Il match pare prendere la miglior piega possibile al 56’, quando è proprio il brasiliano ad essere espulso per un fallo di reazione in un parapiglia generato dopo un intervento di Volta a centrocampo. Apparentemente tutto sembra mettersi in discesa per la Samp, che invece scompare dal campo, tra inutili leziosità, mancanza di personalità e black – out psicologico. Nonostante l’inferiorità numerica, i padroni di casa ci schiacciano nella nostra metà campo, non dandoci più tempo e modo per ripartire e dare il via alla manovra. Poli e Dessena faticano non solo a costruire, ma pure a rompere il possesso palla avversario, Cassano e Pozzi fanno salire poco la squadra, la difesa è in perenne difficoltà.
La capacità del Metalist di gettare il cuore oltre l’ostacolo e di crederci sempre anche quando tutto sembra perduto viene premiata al 73’ con la rovesciata di Cleyton Xavier, su cross dall’out destro di Edmar, la sfera s’insacca nell’angolino sinistro, nulla da fare per Curci, costretto soltanto un giro d’orologio più tardi, a negare la gioia del goal all’interessante Devic. La compagine di mister Di Carlo è smarrita, allora il tecnico prova ad affidarsi alle forze fresche, optando per il discutibile cambio di Koman a favore di Tissone, come del resto l’ingresso di Mannini da interno al posto dell’esausto Poli sull’1-1, e giocandosi la carta Guberti nei minuti finali.
Le intenzioni restano tali, soltanto nel recupero si prova ad affondare il colpo, ma si raccoglie soltanto un debole colpo di testa di Pozzi su traversone di Marilungo. Al triplice fischio finale inizia la grande festa del Metalist che sale a quota 6, alle spalle della capolista Psv a 7. Samp ferma a 4, costretta ora a non sbagliare più un colpo nelle tre partite rimanenti, con la consapevolezza di dover battere a tutti i costi gli ucraini nella sfida in programma a Marassi il prossimo 4 novembre.
Intanto un’altra grande occasione è stata gettata alle ortiche e non si può più tornare indietro: bisogna guardare in avanti con ottimismo, ma rendendosi conto che a tali livelli certi errori, difetti di personalità o concentrazione non sono davvero accettabili. Meritano invece un sincero applausi tutti i tifosi blucerchiati che si sono sobbarcati un incalcolabile numero di km per non lasciare sola la Sampdoria in una trasferta dalla distanza infinita.
METALIST – SAMPDORIA 2-1
RETI: 32’ Koman (S), 38’ Taison, 73’ Cleiton Xavier.
METALIST (4-2-3-1): Disljenkovic; Bordiyan, Obradovic, Gueye, Pshenychnych, Edmar, Valyalyev; Cleiton Xavier (42’ st Vorobey), Taison, Fininho (18’ st Oliinyk); Devic (39’ st Sheelayev). (20 Startsev, 42 Kaita, 19 Barilko, 16 Postupalenko, 9 Vorobey). All. Markevych.
SAMPDORIA (4-3-3): Curci; Cacciatore, Volta, Gastaldello, Ziegler; Poli (20’ st Mannini), Dessena (37’ st Guberti), Koman (28’ st Tissone); Marilungo, Cassano, Pozzi. (1 Da Costa, 5 Accardi, 78 Zauri, 8 Guberti, 20 Padalino). All. Di Carlo.
ARBITRO: F.Meyer (Ger)
AMMONITI: Devic, Fininho (M), Volta, Gastaldello, Cacciatore (S)
ESPULSO: 56’ Taison per fallo di reazione.
NOTE: Angoli: 6 a 5; Recupero: 0’ e 4’
[Diego Anelli – Fonte: www.sampdorianews.net]
Calciomagazine ® 2005 - 2024 - Notizie Calcio supplemento al Giornale Online L'Opinionista
p.iva 01873660680 Testata giornalistica Reg. Trib. di Pescara n.08/08 dell'11/04/08 - Iscrizione al ROC n°17982 del 17/02/2009
Calciomagazine sui social - Redazione - Privacy Policy - Cookie Policy