A tre giorni dal derby a mandorla e a due da quello di Manchester ecco le prime sentenze pallonare: restano venti giorni di mercato per riuscire a stare al passo con certe realtà, oltre non si va. City-United 2-3 è stata una partita più spettacolare di Milan-Inter 2-1: chi le ha viste entrambe assicura che i 90 minuti giocati Oltremanica sono stati più frizzanti e hanno dato prova che non siamo noi italiani i maghi della preparazione estiva, proprio no. Al Nido d’Uccello l’Inter ha scaricato le pile dopo 45′, il Milan ha retto un po’ di più ma solo perché dall’altra parte i nerazzurri erano alla frutta, mentre i 22 (più riserve) dell’Old Trafford non si sono fermati mai. Dice: troppo facile, quelli iniziano il campionato prima. Vero, ma allora qualcuno risponda alle seguenti domande 1) Perché noi italiani siamo sempre gli ultimi a partire? Non sarebbe il caso di adeguarci al resto d’Europa? 2) Bastano 10 giorni di allenamento in più per spiegare la differenza tra la forza fisica e mentale di Rooney e la pochezza di Eto’o?
Le buone notizie in ogni caso arrivano dal campo. Proprio perché l’equazione “emozioni = bel gioco” non sempre è esatta, siamo sicuri di non sbagliare se affermiamo che le milanesi nulla hanno da invidiare alle cugine britanniche, almeno sul piano del gioco. La differenza vera, ahinoi, arriva dagli organici. Se il City se la gode grazie ai soldi degli arabi (Mancini ha solo l’imbarazzo della scelta con almeno due titolari per ogni ruolo), ancora meglio va all’United. Ferguson ha dimostrato una volta di più che prima ancora di essere un grande allenatore è un fenomenale talent scout. Terminata l’era degli Scholes e dei Giggs (il gallese non potrà giocare sempre anche quest’anno), l’Harry Potter del calcio ha mostrato al mondo come si può dar continuità a un club glorioso senza spendere per forza un’infinità di quattrini: Evans, Cleverley, Wellbeck, Smalling (quest’ultimo pagato 8 milioni la scorsa estate, ma dopo domenica vale già il doppio), sono straordinari prodotti a basso costo che garantiranno ai diavoli rossi lunga via in campo europeo. Se poi si considerano gli acquisti di De Gea (21 milioni), Jones (18) e Young (18) si capisce perché le nostre big attualmente vivono attualmente su un altro pianeta.
Già, i rossonerazzurri: le discrete prestazioni di Obi e Alvarez non possono nascondere la necessità assoluta per Gasperini di immettere in organico un centrale di centrocampo e un esterno offensivo, mentre Allegri deve rendersi conto che con un centrocampo fatto solo di gente con gli attributi (Gattuso, Van Bommel, Ambrosini…) rischia tutte le partite di finire con un uomo in meno. Serve un giocatore dai piedi buoni, anche fosse “solo” Montolivo (ma più passano i giorni più le quotazioni di Fabregas salgono di uno zic: al momento siamo al 20 %).
Dice lo scettico: . Vero, verissimo. E infatti sir Alex è pronto a sferrare l’attacco decisivo all’Inter per Sneijder. Le recenti dichiarazioni dell’olandese certificano che la sua avventura col club di Moratti volge al termine e la destinazione più probabile (l’unica possibile?) sembra proprio casa-Ferguson. E Mancini? E i 36 milioni del City? Tutte balle, così come son bugie certe dichiarazioni di comodo del vice campione del mondo olandese. Wesley lascerà Milano perché lo desidera in prima persona: non credete a chi vuol far passare patron Moratti come l’avido che non vede l’ora di liberarsi dei suoi campioni. In casa nerazzurra (parola degli stessi dirigenti) trionfa la filosofia del “sono tutti in vendita se arriva un’offerta di livello”, ma se il n°10 volesse restare basterebbe una dichiarazione d’intenti ben recitata davanti a una telecamera: “Io non mi muovo”. E invece… tutto tace.
Ultime da Torino. Il criticatissimo Marotta sta fin qui vincendo il premio di reuccio del mercato estivo (a dir la verità anche quello di spendaccione). Il ragionamento del direttore generale è logico e condivisibile: il mio mandato termina nel 2012, se faccio bene vado avanti, altrimenti levo le tende. Ergo: compro tutto il comprabile e vada come vada. Un’occhiata alla situazione: al cospetto della Signora sono arrivati sei giocatori, tutti di buono/ottimo livello. Pirlo e Pazienza a parte però, sono stati pagati cifre importanti (strapagati?) e il totale ora sfiora i 75 milioni di euro (compresi i 37 spesi per riscattare Matri, Quagliarella, Motta e Pepe). Considerato che: 1) il mercato in uscita piange più di un concorrente del Grande Fratello quando gli fanno vedere la mamma, 2) Gli incassi derivati dallo sfruttamento del nuovo stadio si faranno sentire (e in maniera non così sensibile) solo a partire dal prossimo anno, 3) Per i bianconeri non esiste la voce “entrate derivanti dalle Coppe Europee”, 4) I 70+50 milioni stanziati da Exor devono bastare fino al 2016. Ecco, considerato tutto questo la sentenza è una sola: la Juve che sta nascendo è una bella squadra, ma se malauguratamente quest’anno non entra in Champions League (primi tre posti), il rischio di ritrovarsi con la cassa vuota e le spalle al muro è molto alto. Altro che top player…
[Fabrizio Biasin – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]