Sotto la pioggia (di goal) stavolta il Catania affonda

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MILANO Pioggia, freddo e vento. Dopo i disastri in Liguria (osservato un minuto di silenzio), in un weekend condizionato da due rinvii, non poteva che essere il clima rigido e incerto a testare con una bella prova del nove. Il Catania a San Siro per la prima volta in questo campionato in cui al rossazzurro è stato accostato il soprannome di Ammazza-grandi. E nella Scala del calcio, l’elefante si ritrova ad affrontare un avversario di rango superiore, in parte rimaneggiato dalle assenze, il Milan.

Pioggia, freddo e vento. Il Catania li subisce così come subisce il Milan, affrontandolo nel peggiore dei modi. I rossoneri si impongono facilmente, a tratti passeggiano e controllano senza affanni. Vero, il Diavolo sblocca il risultato con un rigore, ma dimostra la sua forza per tutti i novanta minuti, concedendo nulla al peggior Catania dell‘anno. L‘emozione fa brutti scherzi.

Le formazioni

Senza Boateng, Nesta e Cassano, il Milan si esibisce dopo aver ottenuto in settimana la qualificazione al turno di Champions e con le ambizioni di balzare in vetta, approfittando del rinvio di Napoli-Juve. In difesa Bonera prende il posto di Nesta, a centrocampo Ambrosini e Emanuelson dal primo minuto, in avanto Binho-Ibra. Montella conferma il 3-5-2: Capuano e Potenza recuperati vanno in panchina. È Lanzafame la sorpresa al posto dell’assente Izco, mentre il tandem offensivo è quello rodoto: Gomez-Bergessio.

Effetto Robinho

Il Milan parte forte con una punizione di Ibra, deviata dalla barriera, e sul successivo corner, su colpo di testa di poco a lato di Thiago Silva. Robinho fa male soprattutto quando se lo perde Lanzafame. Ed è proprio da una incursione del brasiliano che nasce il rigore che al 7’ permette al Diavolo di sbloccare il risultato. Ibrahimovic è freddo e batte alla destra di Andujar. Il Catania prova a reagire ma Gomez e Bergessio sembrano troppo soli. Il rossoneri fraseggiano e ripartono bene.

Al 12’ la prima pericolosa azione del Catania viene bloccata su un cross di Lanzafame. Zambrotta la devia di braccio ma è troppo vicino e l’arbitro lascia correre. Sul capovolgimento di fronte il Milan ha più volte la palla del 2-0 ma i rossazzurri spazzano. È sempre da Robinho e Seedorf sulla sinistra che nascono i pericoli per la porta del Catania.

L’impressione è che il Catania si schiacci troppo. E cosi al 21’ Ibrahimovic non raccoglie sul secondo palo un assist di Emanuelson, giunto al cross sul fondo. Catania troppo arrendevole. I tiri verso la porta di Abbiati stentano e spesso sono tentativi velleitari da fuori area di Gomez e Bergessio.

Sembra esserci una sola squadra in campo. Il Milan insiste sempre su quel lato, il sinistro. Robinho fa fuori secco ancora Lanzafame e mira il palo lungo, Andujar non ci arriva e fa 2-0 al 24‘. Un minuto dopo Seedorf rischia di fare il 3-0 ma Andujar compie un miracolo di piede.

Mancata reazione

Solo al 27’ minuto arriva il primo tiro di Bergessio dal limite che, però, non impensierisce Abbiati che blocca sul primo palo. Il Milan concede poco e pressa alto, il Catania è in netta difficoltà a costruire gioco e quando lo fa rischia il micidiale contropiede di Ibra&Co. Seedorf e Robinho rischiano di arrotondare il risultato ma sono imprecisi. Negli ultimi minuti del primo tempo, Andujar salva due volte, prima su Ambrosini (testa su angolo) e poi su Seedorf. Almiron calcia alto l’ultimo calcio di punizione dei primi 45 minuti.

La legge del più forte

La ripresa ricomincia sotto una pioggia più intensa. Yepes sostituisce Bonera. Montella dopo pochi minuti prova a dare vivacità al gioco lanciando Barrientos al posto di uno spento ed impreciso Ricchiuti. Una tiepida reazione del Catania è intorno al 10’. Gomez crossa e colpisce la parte alta della traversa, poi su passaggio di Lanzafame, è il neoentrato Barrientos ad avere il pallone per accorciare le distanze m a cicca clamorosamente e spedisce in curva. Il Diavolo è peròm in peno controllo del match. Thiago Silva e Ambrosini sfoderano una prestazione ottima e concedono spazi minimi alle incursioni centrali del Catania.  Al 17’ è il momento di Maxi Lopez. Esce il peggior Lanzafame. Dentro i muscoli e la grinta, il Catania le prova tutte cambiando anche il modulo in un 4-3-3 con Lopez al centro supportato da Gomez a destra e Bergessio a sinistra.

Imbarcata. Dimenticare

Passano pochi minuti e sterili attacchi rossazzurri e il Milan affonda il colpo finale. In soli due minuti, prima un contropiede rilanciato da Seedorf-Ibra al 24’ smarca ancora una volta Robinho che la mette dentro e un impacciato Lodi fa autogol; poi Zambrotta fa 4-0 ribattendo  in rete una punizione centrale dello svedese respinta ingenuamente da Andujar al centro dell’area. Il Catania non c’è e si vede, perde la concentrazione e prende un’imbarcata, lasciando al Milan la passerella finale, condita da giocate sul velluto e le standing ovation per Pippo Inzaghi (dentro per Robinho) e Clarence Seedorf (fuori per Antonini).

Una severa lezione. Impartita, sì, dalla squadra più forte del campionato, ma che non ha attenuanti. Frutto di un approccio sbagliato alla partita e di una giornata nera. La partita si chiude, piovendo sul bagnato. Il Catania Ammazza-grandi si ferma al cospetto di un dirompente Milan. Nessun dramma, imperativo dimenticare.

[Federico Caliri – Fonte: www.mondocatania.com]