“Devo prendere atto del risultato della partita. Non voglio fare la cosa facile come trovare delle motivazioni dentro la testa dei miei calciatori. Non possiamo non essere realisti nel considerare quello che è successo: abbiamo perso 2-0 all’andata e 2-0 al ritorno. Poi se vogliamo farci i massaggini mentali diventa facile. Non penso che ne abbiamo avute più di loro, ne abbiamo avute il triplo, più pulite e più chiare. E fare un gol prima oggi avrebbe cambiato la mentalità e la psicologia della partita. Ci sono dei momenti che ribaltano il contenuto mentale della partita, ma bisogna essere realisti: 2-0 all’andata e 2-0 al ritorno. Zitti e a casa. E guai a chi è sollevato dalla prestazione, guai a chi fa i complimenti e dice ‘qui s’è fatto bene’, no perchè s’è fatto male. Noi ce la dovevamo e potevamo giocare. Questa è la realtà”.
Sei occasioni nitide nel primo tempo. É qui che si fa il salto di qualità?
“Fai il salto di qualità nell’essere forte di mentalità e nell’andare a sfruttare quelle situazioni sia di vantaggio che di difficoltà che capitano. E noi a livello di testa probabilmente siamo ancora deboli. Si vede che in alcuni momenti con la forza ci si abbassa, ci si ferma, si guarda per terra, non ci si aiuta, non siamo così cattivi nel trasferirci la fiducia. Se ti do una mano è meglio.. ci mancano ancora delle connessioni che danno quella scintilla che ti fa arrivare al di là di quello che è la casualità della situazione sfruttata o meno”.
A questo punto, quanta differenza c’è sul piano delle forze in campo tra le due squadre?
“Loro hanno delle qualità importanti tra cui la forza nella testa che se ti capita una situazione mezza e mezza la sfruttano. Sanno il valore di questa partita e non gli crea l’ansia anzi ci mettono qualcosa di più. A noi accade il contrario e allora bisogna cambiare. E si vede. Loro sono più determinati. Poi faccio i complimenti ai miei ma se vogliamo continuare a rotolarci nei complimenti è facile e se invece di fare dei balzi facciamo solo passettini la strada diventa troppo lunga. Nel nostro ambiente si dice ‘siamo la Roma’. Sì, siamo la Roma e bisogna venire in questi campi qui a far vedere negli atteggiamenti che siamo la Roma. I discorsi contano poco. Sono perdite di tempo i discorsi”.
Qualche anno fa grande ovazione al Bernabeu per Del Piero, oggi per Totti. Cosa ne pensa?
“Penso sia giusto perchè questo stadio è sempre stato uno stadio che sa riconoscere la qualità dei campioni, la storia di un giocatore. Francesco Totti se l’è meritato questo applauso per come ha condotto la sua carriera e il pubblico del Bernabeu è un pubblico che sa riconoscere a chi dare i giusti tributi. Bravi tutti e due”.
[Redazione Forza Roma – Fonte: www.forzaroma.info]
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