In un’Italia alle prese col miracolo economico il Grande Torino sembrava non conoscere soste. La stagione precedente lo aveva visto trionfare in un torneo logorante, il più lungo di sempre, con netta superiorità su qualsiasi avversario. Si preannunciavano altri anni gloriosi, nessuno però immaginava che si stava per ammirare per le ultime volte questo mitico squadrone. La tristemente famosa tragedia di Superga porrà fine in un modo irriguardoso ad una favola bellissima, scioccando l’Italia ed il Mondo. Ma andiamo per ordine. Dopo la 34^ giornata delle 38 in programma il Torino aveva ipotecato il 5_° scudetto di fila con 4 punti di margine sull’Inter.
In attesa della 35^ giornata i granata partecipano ad una amichevole di lusso con il Benfica (all’epoca non esistendo coppe Europee, ad esclusione della Mitropa, un match non ufficiale suscitava molto più interesse di oggi) a Lisbona. Durante il ritorno a Torino l’areo che riportava a casa la squadra si schiantò contro la Basilica di Superga. Il destino si era portato via una leggenda in un modo troppo crudele.
Il Grande Torino si era spento per sempre. Il 5 maggio il Grande Torino venne proclamato Campione d’Italia per decisione della Federazione. Le ultime quattro partite del campionato furono giocate dai ragazzi della Primavera, e le rivali del Torino nelle quattro partite (Fiorentina, Genoa, Sampdoria e Palermo) schierarono anch’esse le formazioni giovanili.
I granata si vedranno assegnati l’unico Scudetto postumo dai tempi dell’avvento del Girone Unico. Capocannoniere sarà l’apolide Nyers dell’Inter. Intanto in Italia nelle chiese viene esposto il manifesto di scomunica per chi vota comunista ed in Sudafrica ha ufficialmente inizio il vergognoso regime razziale di Apartheid.