Premiato nei giorni scorsi a Roma, Andrea Stramaccioni nella redazione de Il Corriere dello Sport ha rilasciato un’intervista che parte subito con una rivelazione attesissima e clamorosa: “Sì, sento José Mourinho. Diciamo che mi aiuta a guidare la mia Inter, con i suoi sms tutto è più facile. Sono molto preziosi, seguirò tutti i suoi consigli”. Non solo lo Special One ispira Stramaccioni: “Spalletti è la mia fonte d’ispirazione, Montella un vero amico”. Chi dà una grande mano nello spogliatoio è il capitano: “Zanetti è assolutamente decisivo per me”.
La chiamata nerazzurra: “Un qualcosa di incredibile. Il presidente mi ha convocato in uno studio legale e abbiamo parlato di prima squadra per due ore. Dopo queste due ore ho saputo che l’avrei allenata. Una cosa però è tenere in mano una squadra per nove partite, un’altra allenare da inizio stagione. Sto facendo un master accelerato. Cent’anni di Primavera non bastano a prepararti all’Inter e ogni giorno ne imparo una nuova. Domenica scorsa, ad esempio, ho detto a Reja che la partita l’aveva vinta lui, dato che parlava tutto il tempo col quarto uomo”.
Elettrizzato per l’avvio della nuova stagione: “Devo avere l’umiltà di ascoltare. Non a caso ho lo staff dei tempi di Mourinho al quale ho integrato i miei collaboratori. A breve faremo una riunione per programmare la preparazione estiva. Non sono preoccupato, anzi grazie a queste nove partite conosco meglio la squadra. Potevo allenare l’Inter prima? Forse non mi conoscevano bene, non c’era quell’empatia data dal lavoro e dai risultati. A marzo sono stato “pesato” dal presidente che è venuto a Londra col figlio, al posto di andare a Torino per Juve-Inter. Se sono all’Inter devo ringraziare Roberto Samaden, Piero Ausilio e lo storico osservatore Pierluigi Casiraghi”.
La fine del rapporto con la Roma: “L’Inter, nel 2010, mi voleva e cercò di inserirmi nella trattativa per Burdisso, ma i dirigenti non mi lasciarono andare. La presidentessa Sensi mi diceva che ero il futuro della Roma. Ottenni una clausola nel contratto con la quale avevo una settimana di tempo per decidere il mio futuro qualora non avessi avuto ciò che volevo (la Primavera, ndr). La Roma decise poi di rimanere con Alberto De Rossi. Il suo lavoro è sotto gli occhi di tutti, ma io avevo bisogno di progredire. Mi sono comportato bene e la nuova proprietà, letto il mio contratto, mi lasciò andare. Non ho nulla contro Alberto De Rossi. Giustamente ha voluto tenere la panchina della Roma. Nulla da dire, ma io non potevo allenare per sempre gli Allievi. Si è creato un dualismo romano, difficile da ricucire. Non mi vergogno a dire che sono rimasto male quando ho lasciato la Roma. In certe situazioni perdi un po’ di quel disincantato che avevi da ragazzo. Ora però ho sposato il progetto Inter. A Roma avevo un grandissimo rapporto con Conti, Totti, Vito Scala e la dottoressa Mazzoleni”.
Il rapporto con Montella: “Un grande amico. Fu lui ad accompagnarmi nell’aprile 2010 al primo incontro con l’Inter e la sera guardammo Inter-Barcellona. Un grande amico, su di lui posso sempre contare”.
L’impatto con lo spogliatoio: “La prima volta che sono entrato nello spogliatoio però ho avuto un attimo di sbandamento e ho sbagliato anche ad aprire la porta. Dopo ho visto Maicon, Sneijder, Julio Cesar, Pazzini, Milito… Ho pensato: Mamma mia…. Neppure la Juve campione d’Italia ha quei giocatori, gente che ha scritto la storia del calcio. Lo ammetto, in quel momento ho un po’ sbarellato”. Il rapporto schietto con Pazzini: “Pazzini? Il dialogo tra noi è stato secco, costante e rispettoso. Potrà dire che non capisco niente di calcio, non che non sono un uomo. Lo ringrazio perché non ha fatto mai una polemica e ha deciso il derby”.
Moduli tattici: “Il modulo migliore per coprire il campo è il 4-3-3. Può variare l’interpretazione della mediana, nel senso che ci può essere un vertice basso e uno alto. Non sono integralista sul modulo, ma sull’idea di calcio. A Roma abbiamo fatto una gara offensiva per un’ora, nonostante non potessimo giocare con tre elementi offensivi. Se hai Sneijder, sviluppi il gioco in un modo, senza in un altro”.
L’sms di Mourinho: “Quando ho visto l’sms con la firma di Josè Mourinho, pensavo fosse uno scherzo. Ma poi ho chiesto al nostro team manager Andrea Butti che mi ha detto di aver dato lui il numero a Mourinho. E’ un piacere parlare con il migliore allenatore al mondo. Quando ha visto la mia Inter giocare, mi ha subito consigliato di non cambiare e non farmi contaminare. Ho cercato di dare un’impronta a questa Inter. Credo di esserci riuscito, ma devo sempre migliorarmi”.
Il futuro dell’Inter. Quanto manca per essere una squadra da Scudetto? “Se ti chiami Inter devi puntare allo Scudetto. Lo dico con poca diplomazia e sapendo che tra noi e la Juve ci sono 20 punti di distacco. Io però alleno gente abituata a vincere. Non a caso dopo una settimana dal mio arrivo parlavo di terzo posto”. Ritocchi o rifondazione: “Dobbiamo ritoccare. Attraverso i ritocchi possiamo ricostruire. La rifondazione parte da una linea precisa che abbiamo in testa”.
Il mercato però è l’argomento caldo: “Ci penserà Moratti, ha le idee chiare per gli acquisti. All’Inter si può solo vincere, arriveranno più colpi e sarà l’anno zero per noi”. Lavezzi e Lucas i nomi bollenti: “Sono entrambi super, sia Lavezzi che Lucas. Magari arrivassero!”. Chi andrà via è invece Zarate: “Lo stimo molto, ma alle cifre della Lazio è fuori mercato”.
Gli piacerebbe allenare Balotelli? “Non lo conosco personalmente ma nell’ambiente nerazzurro tutti lo considerano un bravo ragazzo. E’ un patrimonio per il calcio italiano. Fa i suoi errorucci che non mi sento di giudicare”. Differenza tra Primavera e Serie A: “Passa un Gran Canyon. Sono pochi i giocatori che possono fare il salto. Ci vorrebbe un campionato intermedio per far crescere i giovani e far capire loro che le cose da professionisti sono fatte con un’intensità diversa”. Ultimo commento su Guarin: “Un ottimo giocatore che cresce giorno per giorno e si inserisce bene come interno. Ha qualità e forza. Veniva da un lungo infortunio”.
[Fabrizio Romano – Fonte: www.fcinternews.it]