Non c’è un problema attacco: “Guarderei di più dalle parti della nostra porta. Per far tornare i conti in avanti, ci mancano i gol falliti da Pazzini contro Cagliari, Cesena e Parma. A Giampaolo ho spiegato perché non lo vedo in coppia con Milito. A lui non è piaciuto. Ma, quando le nostre strade si separeranno, potrà dire che sarò pure scarso come tecnico, ma onesto come uomo”. E Forlan: “Ci ho parlato e non mi ha mai detto che faccio scelte da pazzo. Gli ho detto che, se fossi un giornalista, penserei di lui ciò che pensate voi. Io però lo vedo lavorare: non molla mai ed è ben voluto”. Sneijder sta dando tanto: “Non pensavo che Sneijder si adattasse così alla mia idea di calcio. Cambiasso, per come interpreta la fase di recupero e il palleggio, è insostituibile. A Parma avrei voluto sostituire Wes, risparmiandogli qualcosa. Ma alla fine ha tenuto bene, merito del lavoro dello staff medico”.
Il ritorno di Guarin: “Ha un motore potentissimo. A Parma poteva essere in panchina, ma ho preferito che si allenasse bene. Spero possa essere il nostro uomo in più: senza di lui perdiamo qualcosa in termini di palleggio”. Il caso Stankovic: “Una cosa è l’aiutare la squadra e me, l’altra sono le condizioni fisiche. Dejan era a limite dopo il primo tempo e dopo il cambio di Nagatomo, non potevo perdere la carta Pazzini, facendolo uscire dopo dieci minuti. Deki mi ha poi detto ‘Ho visto che dovevo uscire io e non ci ho visto più’. Io faccio le mie scelte e in quel momento dovevo inserire Zarate e cambiare modulo”.
Addio al terzo posto? “Numericamente le cose sono cambiate molto ma abbiamo tanti motivi per battere Milan e Lazio. Poi vedremo che faranno le altre. Che sia Champions o Europa League l’Inter deve andare in Europa”. Rialzarsi in vista del derby: “Una gara non può cancellare quanto di buono fatto in passato. Quei tre minuti non si dimenticano, ma c’è rabbia anche per gli errori sotto porta. Se avessimo segnato il 2-2 non so come sarebbe finita. Il vero trauma è stato il 2-1: ho visto 8-9 giocatori a testa bassa e in quel momento avrei voluto chiamare il time out. Domenica però le teste basse non si vedranno. Costruiremo su queste basi un grande derby. Sarà la nostra partita. Ci vuole cuore e coraggio”.
Come si vince il derby: “All’andata Milito segnò proprio nel mio angolo. Ricordo una partita condotta quasi interamente dal Milan e un’Inter perfetta dietro. Ma non so se sarei capace di chiedere ai ragazzi questo tipo di partita, aspettando il Milan nella nostra metà campo. I rossoneri hanno il vento in poppa. Hanno subito il contraccolpo dell’uscita della Champions, ma si sono ripresi ottimamente”. La formazione derby: “I ragazzi la sanno da una settimana. Il presidente mi ha messo un foglietto in tasca”. Derby decisivo anche per i giochi scudetto: “Le cose stanno così. Pensiamo a noi. Abbiamo tante cose da affrontare e lo dico se dovessimo affrontare la Juve”.
Capitolo giovani: “Manca una categoria intermedia. Sarebbe l’ideale se un 23enne potesse giocare contro un 30enne senza l’assillo di San Siro”. Si pensava, dal suo arrivo, a un’Inter più giovane: “Per giocare nove partite alla morte serve il giusto mix. Per fare un esempio, Obi e Poli non possono giocare insieme, ma uno in coppia con Cambiasso. Poi a fine stagione si programma dall’inizio quella futura. Se Dio e Moratti loi vogliono, ne riparleremo”. Il suo futuro: “Il presidente ha già le idee chiare. Ha già deciso cosa fare”.
E se Strama fosse sedotto e abbandonato, cosa farebbe: “In Primavera non torno. Se non fossi passato in prima squadra, avrei pensato a un secondo anno in Primavera. Ora non posso tornare indietro”.
[Fabrizio Romano e Alberto Casavecchia – Fonte: www.fcinternews.it]
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