Bello, bellissimo, da ricordare. Il Bologna torna a casa da San Siro con una vittoria schiacciante, sia sotto il profilo del risultato che della prestazione. Tre a zero, doppietta di Marco Di Vaio e sigillo finale di Robert Acquafresca. Che l’Inter fosse in difficoltà si sapeva, ma quando si gioca contro le grandi squadre, la paura che possa andare male c’è sempre. Questo Bologna però ha carattere da vendere, ha in Pioli l’allenatore che ha trasformato il brutto anatroccolo in cigno e sotto la sua guida (ancora un anno di contratto che con ogni probabilità sarà prolungato ulteriormente) i rossoblu hanno iniziato a volare. Chi lo avrebbe mai detto, venticinque punti e ancora due partite da recuperare, con quattro incontri di seguito tutti al Dall’Ara, ma non solo.. zero reti subite su azione nelle ultime sei uscite, zero sconfitte, pareggi importanti a Roma e Napoli dove in entrambe le occasioni i felsinei erano passati in vantaggio. Poi la gemma di questa sera, era dal 1956 che il Bologna non batteva l’Inter sul proprio campo per zero a tre.
Un paio di occasioni nella prima frazione di gioco per i padroni di casa ma Gillet è insuperabile, poi nel giro di un minuto la doppietta di Di Vaio che prima raccoglie un pallone importantissimo di Perez, dribla il proprio marcatore e infila Julio Cesar, poi neanche un minuto dopo sfrutta un errore grossolano di Ranocchia e raddoppia. Partita quasi in cassaforte.. quasi, perchè c’è ancora tutta la ripresa. Ripresa nella quale l’Inter scende in campo ancora più brutta di quanto ci si potesse immaginare, Ramirez scappa da tutte le parti e non si tiene, la difesa petroniana a tre è impenetrabile e ha trovato la sua stabilità. C’è spazio anche per la gioia personale di Robert Acquafresca: l’attaccante parte da destra e fa fuori cinque giocatori per poi sparare alle spalle dell’estremo difensore brasiliano la rete del tre a zero, un gol bellissimo. Vittoria deteminante, quella che fa cambiare il passo, quella che da la carica giusta per poter sognare un proseguio di campionato da sogno. Bravi tutti, dal primo all’ultimo, ma un plauso sincero sempre a lui, Stefano Pioli, l’unico ad aver accettato una squadra quando era ultima in classifica, l’unico che ha scommesso su questi colori e giustamente ora si gode la sua creatura. Zamparini, grazie di cuore per il bel regalo.
[Mario Sacchi – Fonte: www.zerocinquantuno.it]
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