Primo trofeo della nuova stagione, formazioni della vecchia: solo Tevez (2 Supercoppe inglesi in bacheca) nella Juve campione d’Italia, solo Biglia (4 trofei nazionali in Belgio) nella Lazio vincitrice della Coppa Italia. Per il resto, a sorpresa fuori Konko per un problema muscolare (dentro Cavanda), come previsto in campo Barzagli, lasciato stare dai dolori ai tendini.
Non hanno lasciato passare manco pochi minuti, le due formazioni, invece: subito aggressività, subito generosità, subito ribaltamenti da un fronte all’altro. E subito conclusioni: centrale, quella di Ledesma, bloccata da Buffon; alta, quella di Vucinic, lanciato in contropiede. Sotto gli occhi dei quasi 60mila dell’Olimpico (i tifosi bianconeri nella curva sud della Roma, ancora…), insomma, è stata partita immediatamente, senza i tempi morti di studio, abituali in tempi estivi.
Del resto, Lulic – giusto per fare un esempio non casuale – nel quarto d’ora iniziale ha dimostrato che anche con il caldo si può sfrecciare senza soste: lui, l’eroe del derby “finale”, ancora protagonista. Ma tutta la Lazio ha evidenziato una migliore condizione fisica rispetto ad una Juve parsa imballata e costretta a perdere un uomo al 20′: dopo uno scontro con Radu, Marchisio si è fermato, inducendo Conte al cambio.
Segno del destino: è entrato Pogba, ha segnato Pogba. Solo 3′ dopo il suo ingresso, infatti, il campione del Mondo under 20 si è fatto trovare pronto al centro dell’area su un pallone (deviato) messo lì da Lichtsteiner, su schema dettato da Pirlo: spalle alla porta, il francese si è voltato in un “amen” ed ha colpito arretrando, bucando Marchetti.
Già in controllo del pallone prima del vantaggio bianconero, la squadra di Petkovic ha continuato ad imprimere il suo gioco dopo, riducendo la Juve alle sole controffensive in ripartenza. Peraltro, poco efficaci: scarsa sintonia tra Vucinic e Tevez, irrisori tentativi di sfondamento dell’argentino, inserimenti fuori tempo di Vidal (più volte richiamato da Conte, persino con un «Vergogna» dopo un lancio sbagliato).
Gli errori non hanno smosso la Juve, che ha mantenuto la stessa tattica nella ripresa: contenimento e poi contropiede. E la perseveranza ha pagato. E pure pesantemente: 10′ e la squadra di Conte era 4 gol avanti. Prima Chiellini, su assist di Lichtsteiner, poi proprio lo svizzero su illuminazione di Vucinic, infine Tevez al termine di un batti e ribatti in area biancoceleste. Accelerazione tremenda della Juve: Lazio rimasta a piedi, scioccata. Partita inesorabilmente decisa in pochi minuti, dopo un primo tempo sostanzialmente in equilibrio.
Poco spazio alla reazione biancoceleste, perché Conte non ha smesso di ringhiare sui suoi: più vicina la Juve ad altre reti (girata volante di Tevez) che i (finti) padroni di casa al “salva-dignità”. Ci ha provato seriamente solo Klose, ancora incapace di trovare gioia contro i bianconeri: colpo di testa a lato e soprattutto tentativo personale bloccato dal piede di Buffon. Che, pochi minuti dopo, si è tolto i guantoni per sollevare al cielo romano la Supercoppa: «I giocatori non si vedono in tournée, ma quando si fa sul serio». Amen.
[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.it]
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