Erick Thohir si presenta alla grande platea televisiva italiana: dopo le interviste e conferenze stampa tenute dal giorno del suo arrivo in Italia, il nuovo presidente dell’Inter è ospite di Fabio Fazio nella popolare trasmissione di Rai Tre ‘Che tempo che fa’, dove racconta sogni, ambizioni e progetti legati alla sua nuova squadra. Ecco le sue risposte alle domande del conduttore:
Da ora in poi lei è il presidente dell’Inter. A tutti i tifosi che la guardano e si chiedono: ‘Chi compra?’ cosa risponde?
“Per prima cosa vi ringrazio per l’invito, è un onore essere qui. Penso che ci siano molte voci sui giocatori, ma quello che faremo con l’Inter è costruire un sistema, e credo che non sia possibile prendere una decisione sui giocatori da solo, dobbiamo parlarne con la proprietà e l’allenatore chi è meglio per la squadra, non chi piace a me, in modo tale che la squadra possa rendere felici i tifosi. Questo è molto importante, è bello vedere una squadra che gioca bene”.
Ma lei è sempre stato tifoso dell’Inter?
“Quando eravamo ragazzini volevamo giocare in Serie A, una delle cose più belle che il calcio può offrire nel mondo. Io e i miei amici siamo diventati tifosissimi dell’Inter negli anni ’80, negli anni dei tre tedeschi come Matthaeus, Brehme e Klinsmann. Abbiamo sempre seguito la Serie A, in tv o sui giornali. Ora abbiamo concorrenti come Premier e Bundesliga ma io sono convinto che possiamo essere uno dei migliori campionati del mondo se tutti avranno voglia di fare qualcosa in meglio. E l’Italia, poi, è uno dei Paesi più belli del mondo”.
Come ha trovato i ragazzi? E cosa ha detto loro?
“Li ho incontrati con l’allenatore; credo che incontrare queste superstar che vedevo in tv è stato sorprendente anche per me, ma poi ho dovuto fare capire loro da presidente che la squadra venga sostenuta e che in tutte le partite devono dare il loro meglio. Chi vince il gioco è il cuore, se giochi col cuore vinci qualsiasi partita”.
Mazzarri avrà il suo appoggio?
“Io credo sempre che se uno vuole farcela nella vita, bisogna sempre lavorare insieme, avere l’obiettivo chiaro e lavorare duro. Io in Mazzarri vedo queste doti, grazie Moratti per averlo scelto. Per i prossimi 2-3 anni abbiamo le cose a posto, nel 2016 la finale Champions sarà a Milano e l’Inter dovrà prepararsi. Non so se vinceremo, ma con una preparazione mirata torneremo in Champions presto”.
A titolo di investimenti, lei sa cosa la aspetta?
“Sì (ride, ndr)… Ma se si guardano gli ultimi 6-7 anni, abbiamo cambiato anche il modello. In Inghilterra 3-4 squadre finiscono in mani americane, come il Manchester United. Io non sono americano, conosco bene gli States perché amo molto il basket. E lì ho capito come gli americani sanno fare dello sport un’industria; sono molto lungimiranti, sanno come espandersi ed essere forti. Se l’Inter non segue questo modello non sarà competitiva in futuro. La prima cosa è essere forti, poi i tifosi devono vedere partite entusiasmanti. Se non si ha un buon piano di business l’investimento non sarà mai remunerativo. E’ fondamentale creare questo sistema per sostenere la squadra”.
Moratti le ha chiesto di non toccare qualcosa dell’Inter?
“La prima volta ho visto Moratti 5-6 mesi fa: sono sempre stato tifoso, incontro Moratti ed è stata una situazione non comune. Ma parlo col cuore in mano: la prima volta che l’ho incontrato gli ho detto che ero lì non per sostituirlo, ma per creare uno spirito di squadra tale da sostenere l’Inter. Io a Moratti ho detto che quello che ha fatto in 18 anni io non sarei mai stato in grado di farlo, e che lavorando insieme diventeremo più forti. In futuro solo 10 squadre saranno ricordate e io voglio che l’Inter sia tra quelle”.
Ma queste 10 squadre avranno anche un loro campionato?
“La concorrenza si è fatta dura, prendete il Real Madrid. L’Inter ha fatto cose fantastiche, ma negli ultimi anni ha avuto problemi. Non è una situazione ottima, ma penso che con Moratti costruiremo un’Inter più forte”.
Ma ora prenderà casa a Milano? Dove vivrà?
“Ho preso un impegno con l’Inter, voglio avere la passione per farcela. Forse non verrò per ogni partita ma guarderò i match in tv, da tifoso a distanza. Mi sveglierò alle 2.45 per vedere l’Inter, è parte del mio impegno. E poi dovrò essere qui: dal 28 novembre al 2 dicembre sarò a Milano, e a dicembre porterò la famiglia qui in Italia, e tornerò a Milano”.
Però può far spostare l’orario visto che l’Inter è sua…
“No, non è mia: l’Inter è dei tifosi e di chi la sostiene, poi di un gruppo che la gestisce, non solo mia. E poi decide la Serie A”.
A Milano c’è un’altra squadra, il cui presidente è un noto imprenditore mediatico. Avete molte cose in comune, ma lei in Indonesia è editore di ‘Republika’, che Berlusconi…
“Io non voglio presentarmi candidato in Indonesia, meglio che lo sappia (ride, ndr)… Le mie attività però vengono dalla passione, opero nello sport proprio per passione”.
Perché suo fratello si chiama Garibaldi?
“É stato mio padre, convinto che gli portasse fortuna. Il mio nome discende dai vichinghi, per dire… Nel 2001, quando ho preso Republika, spiegai a mio fratello, che voleva sapere il motivo della mia scelta, che mi piaceva il business nei media, non lo faccio per potere. E a mio padre dissi che mi diede il nome di un giramondo, e ora vado in Italia, poi in Usa: era destino”.
Ma Ventola e Fresi sono davvero i suoi idoli interisti?
“Se io parlo di Ronaldo o Figo, tutti sanno chi sono e tutti sono tifosi. Ma ricordo ancora l’Inter di Fresi e Ventola, e Ventola ha avuto molte sfortune. Non adoro Ventola per la moglie”.
In quanto tempo prevede il primo scudetto?
“Lasciamo che sia Dio a decidere”.
Ma non poteva comprare l’Alitalia?
“Non fa parte dei miei business, ma sarò felice di creare nuovi collegamenti tra Italia e Indonesia”.
Lei conosce la Sampdoria? (La squadra di Fabio Fazio, ndr)
“Sì, ha giocato in Indonesia una volta, ricordo Attilio Lombardo”.
A fine intervista, Thohir regala a Fabio Fazio un pallone autografato dell’Inter.
[Christian Liotta – Fonte: www.fcinternews.it]