Quattro gol al Cittadella non spazzano di certo via tutte le perplessità accumulate in un mese e più di pre-campionato. Ma senza dubbio sono un buon punto di partenza, ufficiale e a San Siro. L’ultima volta che aveva assistito a una partita dell’Inter il pubblico del Meazza è uscito dall’impianto con i fischi in sottofondo, meritati dopo le 5 sberle rimediate dall’Udinese. In tanti ancora lo ignoravano, ma quella sarebbe stata l’ultima di Stramaccioni in panchina. La nuova stagione è ripartita proprio dall’erba del Meazza, con un nuovo allenatore, Mazzarri, molti volti noti e, soprattutto, quattro gol. All’attivo, stavolta. Sul poker ha influito notevolmente l’inferiorità numerica repentina dei volenterosi veneti, ma a tratti si è visto anche qualcosa che, senza essere considerati folli, potrebbe essere definito bel gioco. Piano però, servono ancora tante conferme, a partire da domenica prossima quando in palio, sempre a San Siro, ci saranno 3 punti.
VOLTI NOTI – Volti noti, si diceva. Come quelli di Ricky Alvarez e Mateo Kovacic, per esempio. Due giocatori da cui dipenderà molta della fortuna nerazzurra in questa stagione. L’argentino è riemerso dagli inferi nel momento peggiore della sua squadra, prenotando una controprova per la stagione successiva. E forse, stando a quanto intravisto in questo primo scorcio di new deal, la sua mancata partenza potrebbe essere considerata un colpo di mercato. Casuale, ha deciso l’assenza di offerte serie, ma comunque gradita. Ora sta a lui meritarsi le lodi anche tra qualche mese, sperando che la continuità finalmente lo assista anche fisicamente. E poi c’è lui, il croato. Ha praticamente saltato la fase più dura della preparazione, causa un guaio muscolare inizialmente sottovalutato. Contro il Cittadella per Kovacic mezz’ora di gioco, niente di particolare, ma giusto un messaggio ai tifosi: “tranquilli, io sono sempre qui”.
VOLTI NUOVI – Tra le new entry che San Siro ha potuto valutare, anche i due nuovi baby attaccanti Icardi e Belfodil. Più tempo concesso al primo, ma medesime sensazioni di qualcosa che ancora non funziona. L’argentino è apparso ancora avulso dal gioco d’attacco, rispetto al collega di reparto Palacio è stato ectoplasmico. Evidentemente paga un ritardo di condizione che in certi ruoli si nota maggiormente. In ritardo anche l’algerino, reduce dalle privazioni del Ramadan ma anche vittima della sua voglia di (stra)fare. Fosse per lui salterebbe tutti gli undici avversari, portiere compreso. Peccato che a parte qualche gioco di prestigio faccia ancora fatica ad andarsene in velocità. Due sensazioni agrodolci proprio nella serata in cui Osvaldo sparisce definitivamente dal radar nerazzurro. Senza assilli di competizione interna, potranno crescere con maggiore serenità. Ma il tempo per convincere non è eterno.
UNA SOLA CORSIA – L’Inter ha praticamente le mani su Isla. Ancora qualche giorno e dovrebbe arrivare finalmente l’annuncio, la fascia destra nerazzurra avrà un nuovo padrone. Eppure solo poche ore fa non sembrava così abbandonata a sé stessa. Il Jonathan visto contro il Cittadella, anche 11 vs. 11, è stato a tratti straripante. Giocate anche ad alto coefficiente di difficoltà, dialoghi con Guarin e la soddisfazione del gol. Difficile pretendere di più da colui che non gode poi di cotanta fiducia dall’ambiente interista. Grazie a Jonathan, la fascia destra ha fatto sfigurare quella sinistra, dove Nagatomo e Juan Jesus hanno palesato troppi limiti contro avversari non certo entusiasmanti. Merito anche della copertura di Campagnaro, un’autentica guardia del corpo per chi agisce davanti a lui. Chissà che la prestazione del brasiliano non abbia dato modo di riflettere a Branca e Ausilio sull’opportunità di investire su un altro esterno dopo Wallace. Sarebbe strano se un pensierino non fosse balenato, anche per una frazione di secondo, nella testa dei dirigenti nerazzurri…
[Fabio Costantino – Fonte: www.fcinternews.it]