Nessuna conferenza, nessun ritiro, nessuna pressione: la Juve ha deciso di avvicinarsi all’Ottavo di Coppa Italia di stasera in completa scioltezza. L’avversario, l’Avellino di Rastelli, per quanto da rispettare, lo permette. Sulla carta, almeno. Alle 21 in uno Stadium comunque esaurito (anche se verosimilmente qualche abbonato opterà per la poltrona di casa), Conte schiererà di conseguenza una Juve B.
In porta, Storari, protetto da un terzetto formato sicuramente da Caceres ed Ogbonna, più probabilmente Peluso (in alternativa, Bonucci) e davanti Quagliarella-Giovinco, la coppia di scorta. A centrocampo, poi, qualcosa da decidere: sugli esterni De Ceglie e Lichtsteiner (staffetta con Motta); in mediana, invece, con Pirlo out e Vidal squalificato, le scelte sono obbligate (Pogba, Padoin e Marchisio) a meno che non si decida di lanciare da subito il giovassimo Bouy.
«Da cacciatori siamo diventati volpi – ha analizzato Beppe Marotta – Ma il distacco non ci consente di stare tranquilli, perché il campionato è ancora lunghissimo. Quanto alla Coppa Italia: è un titolo che ci interessa ed il fatto di averlo sfiorato per due volte nella gestione Agnelli rappresenta per noi uno stimolo in più. Attenti all’Avellino che sarà molto motivato: per loro è la partita della vita».
«Non faremo la vittima sacrificale – ha promesso il patron irpino, Walter Taccone – Non ci illudiamo di ottenere chissà quale risultato, ma voglio che la mia squadra vada in campo con raziocinio, chiudendo gli spazi e mettendo in campo agonismo, determinazione e forza fisica. Non dobbiamo correre il rischio di farci aggredire dalla Juventus, che ha già di suo grandissime qualità e che contro il Sassuolo ci ha impressionato. Era meglio se si giovava a gennaio, perché saremmo arrivati a questa sfida più riposati, ma proveremo anche adesso a rendergli la vita difficile».
Ci proverà, la compagine di Rastelli, con uno speculare 3-5-2: Izzo, Peccarisi e Bittante davanti a Seculin; capitan D’Angelo in regia, con Arini e Schiavon a supporto; Zappacosta (in orbita bianconera) e Millesi sulle fasce; Soncin e Castaldo in attacco. Migliore tra le neopromosse, l’Avellino viaggia in serie B nelle primissime posizioni (-4 dalla capolista Palermo): quella dello Stadium è una ribalta nazionale per inseguire un sogno. L’ultimo incrocio, il 30 agosto 1995, finì 1-4 al “Partenio” (Conte in campo, Del Piero in gol): i lupi, che saranno seguiti da un nutrito gruppo di tifosi («Fierezza ed attaccamento») non vogliono essere vittime dal destino già segnato.
[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.eu]