In porta, Storari, protetto da un terzetto formato sicuramente da Caceres ed Ogbonna, più probabilmente Peluso (in alternativa, Bonucci) e davanti Quagliarella-Giovinco, la coppia di scorta. A centrocampo, poi, qualcosa da decidere: sugli esterni De Ceglie e Lichtsteiner (staffetta con Motta); in mediana, invece, con Pirlo out e Vidal squalificato, le scelte sono obbligate (Pogba, Padoin e Marchisio) a meno che non si decida di lanciare da subito il giovassimo Bouy.
«Da cacciatori siamo diventati volpi – ha analizzato Beppe Marotta – Ma il distacco non ci consente di stare tranquilli, perché il campionato è ancora lunghissimo. Quanto alla Coppa Italia: è un titolo che ci interessa ed il fatto di averlo sfiorato per due volte nella gestione Agnelli rappresenta per noi uno stimolo in più. Attenti all’Avellino che sarà molto motivato: per loro è la partita della vita».
«Non faremo la vittima sacrificale – ha promesso il patron irpino, Walter Taccone – Non ci illudiamo di ottenere chissà quale risultato, ma voglio che la mia squadra vada in campo con raziocinio, chiudendo gli spazi e mettendo in campo agonismo, determinazione e forza fisica. Non dobbiamo correre il rischio di farci aggredire dalla Juventus, che ha già di suo grandissime qualità e che contro il Sassuolo ci ha impressionato. Era meglio se si giovava a gennaio, perché saremmo arrivati a questa sfida più riposati, ma proveremo anche adesso a rendergli la vita difficile».
Ci proverà, la compagine di Rastelli, con uno speculare 3-5-2: Izzo, Peccarisi e Bittante davanti a Seculin; capitan D’Angelo in regia, con Arini e Schiavon a supporto; Zappacosta (in orbita bianconera) e Millesi sulle fasce; Soncin e Castaldo in attacco. Migliore tra le neopromosse, l’Avellino viaggia in serie B nelle primissime posizioni (-4 dalla capolista Palermo): quella dello Stadium è una ribalta nazionale per inseguire un sogno. L’ultimo incrocio, il 30 agosto 1995, finì 1-4 al “Partenio” (Conte in campo, Del Piero in gol): i lupi, che saranno seguiti da un nutrito gruppo di tifosi («Fierezza ed attaccamento») non vogliono essere vittime dal destino già segnato.
[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.eu]
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