IL PROTAGONISTA – L’uomo più atteso, sempre. Da lui ci si aspetta sempre qualcosa. Anche quando non si vede, anche quando sbaglia, anche quando soffre e fa soffrire. Come nel primo tempo, dopo un contrasto in cui è rimasto a terra sofferente al ginocchio. Rialzati, Pipita, il San Paolo è con te. E lui è con il Napoli, lui è il Napoli. Gara dopo gara, vittoria dopo vittoria, impresa dopo impresa. Ancora la sua firma, d’autore, nell’ennesima notte magica.
IL MOMENTO CHIAVE – Se una regola c’è, non la chiedere a me. Dagli sviluppi di una rimessa laterale, il fuorigioco non esiste. Chiaro? Non troppo, evidentemente. Dopo il Cagliari anche l’Inter se ne dimentica. Un lapsus, che vale il trionfo. Ghoulam-Higuain è l’asse perfetto: potenza, precisione, classe, furbizia. La rabbia di Mancini, in panchina, è direttamente proporzionale alla goduria, sugli spalti, di ogni napoletano.
POTEVA FAR MEGLIO – Luce offuscata, stella coperta dal grigiore di una nuvola fastidiosa. Marek Hamsik torna ad incupirsi, a soffrire tra le linee, a deludere le aspettative dei tifosi. Qualche lampo, isolato. Troppo poco per uno come lui, troppo poco per chi, come lui, ha saputo conquistare il San Paolo a suon di prodezze. Benitez gli concede oltre un’ora, poi decide di richiamarlo in panchina. Non una bocciatura, semplicemente una necessità.
[Fabio Tarantino – Fonte: www.tuttonapoli.net]
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