PRIMO TEMPO ALLA PARI – Gli uomini di Benitez hanno tentato 16 volte la conclusione, la Lazio solamente in tre occasioni (nessuna tra i pali e nessuna dall’interno dell’area). Sembrerebbe essere stata una partita a senso unico, ma non è stato così. Nel primo tempo, il clamoroso palo colpito da Jorginho non ha scalfito l’equità dello 0-0. Il Napoli di Callejon, Hamsik, Insigne e Higuain ha creato qualche grattacapo alla retroguardia capitolina, ma nulla di eclatante. Il sistema varato da Reja ha imbrigliato la trequarti azzurra, ha chiuso quasi tutti gli spazi centrali. L’inedito trio Ciani-Novaretti-Dias ha ricevuto sostegno tanto dagli esterni bassi (Konko/Cavanda e Lulic), quanto dal duo Ledesma-Onazi e dalle ali Felipe Anderson e Keita. Entrambe le squadre hanno puntato in primo luogo a infrangere il gioco avversario, per poi lanciarsi nelle ripartenze. A farlo di più è stato il Napoli, ma la Lazio ha avuto nei piedi di Onazi il contropiede giusto: peccato che il nigeriano abbia voluto strafare, ignorando un Keita solitario e spedito verso l’area di rigore. Si è beccato gli improperi del più giovane compagno di squadra, ha seguito dalla panchina il resto della partita.
IL CALO NELLA RIPRESA – Nel secondo tempo, il copione di sostanziale parità è stato rotto solamente da un tiro deviato da Higuain. Il gol vittoria è arrivato dopo che il Napoli aveva alzato il ritmo, con le maglie biancocelesti che hanno finito per allungarsi. Il cambio di passo partenopeo è stato però propiziato dal calo atletico degli uomini di Reja. Un declino evidente, sensibile. In occasione della rete del Pipita, la schiera laziale è caduta in trappola: Callejon si è accentrato, richiamando su di sé Lulic; Maggio ha avuto vita facile nello scappare sulla destra e crossare al centro, inseguito com’era da un attaccante quale Keita. Ciani non ha quindi fatto in tempo ad alzare la linea del fuorigioco, si era scontrato pochi istanti prima con lo stesso Maggio. Dopo aver sostituito Konko e Onazi dopo 45 minuti, Reja ha fatto anche i conti con il forfait di Dias: ha inserito Biava, lasciando inalterato il peso specifico in attacco. Ci sarebbe stata l’ipotesi di passare alla difesa a quattro e inserire uno tra Candreva e Hernanes. Ma il primo non era al meglio, il secondo è più che mai al centro di un probabile addio.
VIA (?) HERNANES, TORNA MAURI – Reja l’ha detto esplicitamente, il vuoto lasciato dal Profeta sarà nel caso colmato da Mauri. Che non è un nuovo acquisto e non gioca una gara ufficiale da otto mesi. E’ forse il giocatore tatticamente più importante della rosa, ma la speranza è che lui e il brasiliano possano giocare insieme e non in maniera alternativa. Con il rientro del capitano, Reja potrebbe pensare al modulo ad albero di Natale: un 4-3-2-1 con Candreva e Mauri dietro Klose. Ma il friulano sembra prediligere la soluzione con due centrali: più semplicemente, l’assetto sarebbe il canonico 4-2-3-1, con Candreva e Lulic (o Keita) larghi e Mauri dietro Klose. Senza accantonare del tutto la difesa a tre, che nelle ultime settimane qualche garanzia a Reja l’ha offerta. Le soluzioni tattiche senza Hernanes rimangono: a volare via sarebbero la fantasia, il cambio di passo, i colpi di genio del giocatore più forte della Lazio. E non è poco. Non lo è affatto.
[Stefano Fiori – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]
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