Tim Cup, Roma-Juventus 1-0: una rete di Gervinho regala la semifinale ai giallorossi

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logo Tim CupHa vinto chi meritava e più voleva il successo, è uscita chi ha deciso giocare aspettando e non ha capito la partita: la Roma, a suo modo, si vendica dell’umiliazione dello Stadium e caccia fuori la Juve dalla Coppa Italia. Questione di un cambio: vincente quello di Pjanic per Florenzi, mi avvenuto quello di passo della Juve. Decide Gervinho, ma pesa l’ingresso del bosniaco e soprattutto la tattica manchevole di Conte: d’accordo difendere in attesa, ma se prima o poi si attacca.

Migliaia di sciarpe giallorosse, 4mila bianconeri assiepati nel loro settore: scenario da brividi in un Olimpico gonfio di emozione ed attesa. Nessun posto vuoto sugli spalti, nessuna novità in campo. Garcia ha fatto il turnover sabato (contro il Livorno, a riposo De Sanctis, Maicon, Nainggolan, Totti, Florensi), Conte ieri (a guardare, in principio, Buffon, Pogba, Lichtsteiner, Asamoah, Pogba, Llorente, Tevez). Roma migliore (assente solo Pjanic), quindi, ma Juve comunque più che competitiva: difesa titolare, Pirlo in regia, Vidal a dettare gli assalti.

Titolari o meno, “Madama” ha affrontato la sfida ricalcando la strategia usata in campionato, forse esasperandola: in fase difensiva, di fatti 5-3-2 con Isla e soprattutto Peluso ad abbassarsi non appena il possesso passava agli avversari. Dunque, pallone lasciato ai giallorossi, spesso anche in seguito a non previsti errori, in modo da poter rispondere alle folate di Gervinho e Florenzi con la retroguardia schierata e poi lanciare le ripartenze. In occasione di una queste, il primo episodio: illuminazione di Pirlo, guizzo di Giovinco, trattenuto da Benatia. Fallo che spesso non si fischia, ma che, se redarguito, visto l’essere il difensore romanista ultimo uomo, va fatto con il rosso. Invece, Tagliavento ha scelto punizione e giallo, suscitando proteste da ambo le parti, tra chi chiedeva il perché di quella scelta e chi conto della mancata espulsione.

Il pazientare della Juve ha rallentato spesso la manovra giallorossa, ma non ha impedito agli uomini di Garcia di insidiare una volta affacciatisi, del resto con estrema facilità, nella metà campo bianconera. Nessuna occasione limpida ma un continuo punzecchiare, a ritmi elevatissimi, con triangolazioni rapide, giocate anche spettacolari e poi tiri pericolosi ma mai a sporcare i guantoni di Storari. Che il vero brivido l’ha percepito al 35′: galoppata sulla destra di Maicon, che, sorpassati a doppia velocità due rivali di corsa, ha indirizzato verso il centro un pallone che il portiere è riuscito solo a toccare, per sua fortuna senza giallorossi a beneficiare dell’imperfezione. Più sono passati i minuti, più la Roma ha chiuso la Juve nei suoi trenta metri, con una pressione costante: Chiellini e compagni, troppo spesso, sono stati costretti a spazzare via, in estrema difficoltà.

La strategia attendista si è trasformata in pura resistenza. Resistenza fisica, per reggere i ritmi indiavolati dei giallorossi, per stringere i denti (Barzagli costretto a restare in campo fino all’intervallo, nonostante un problema fisico). Resistenza tattica, per cercare di chiudere gli spazi e tappare i buchi. Resistenza che ha portato “Madama” all’intervallo come voleva.

Nella ripresa, ci si aspettava Ogbonna al posto di Barzagli, invece è rimasto fuori Chiellini. Ci si attendeva una Juve più offensiva, poi, e questo è stato rispettato, tanto che dopo pochi secondi i bianconeri già esultavano: colpo di testa vincente di Peluso, il cui urlo è stato strozzato in gola dalla segnalazione del guardalinee Manganelli che ha giudicato la traiettoria del traversone di Isla uscita dal campo. Sempre di testa, la risposta romanista: di Florenzi (8′), il tentativo concluso di poco a lato.

Lenta nel ripartire, talvolta imprecisa, la Juve non è riuscita a cambiare marcia. Ha dato, sì, meno campo alla Roma, ma ha continuato ad attendere. I giallorossi, dal canto loro, hanno rallentato giocoforza la loro corsa, chiusi come sono stati dal denso occupare la propria area da parte di “Madama”. Un tiro fuori di Vidal ed uno ribattuto da Bonucci di Totti, le fiammate; Pjanic per Florenzi e Llorente per Giovinco, le mosse. E la mossa decisiva è stata quella di Garcia: al 38′ il bosniaco ha rubato palla, si è involato in solitaria ed ha allargato per Strootman, che ha servito Gervinho libero di deviare in rete sottoporta. Vantaggio Roma, boato Olimpico.

La strategia bianconera non è mai passata al piano B, insomma. Perché la risposta è stata solo l’inserimento di Tevez. Più vicina al raddoppio la Roma, che la Juve al pari: di un soffio fuori il diagonale ancora di Pjanic. La partita l’ha spaccata lui, le semifinali le ha meritate la Roma.

TABELLINO:

Roma (4-3-3): De Sanctis; Maicon, Benatia, Cstan, Torosidis; Nainggolan, De Rossi, Strootman; Florenzi (74′ Pjanic), Totti (83′ Ljajic), Gervinho. A disp.: Skorupsi, Lobont, Burdisso, Jedvaj, Dodò, Ricci, Taddei, Marquinho, Destro, Borriello. Allenatore: Garcia

Juventus (3-5-2): Storari; Barzagli, Bonucci, Chiellini (45′ Ogbonna); Isla, Vidal, Pirlo, Marchisio, Peluso (81′ Tévez); Quagliarella, Giovinco (77′ Llorente). A disp.: Buffon, Rubinho, Caceres, Padoin, Lichtsteiner, Asamoah, Pogba, Pepe. Allenatore: Conte

Arbitro: Tagliavento

Rete: 79′ Gervinho (R)

Ammoniti: Benatia, Florenzi (R), Giovinco, Peluso, Vidal (J)

[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.eu]