Dal 1° posto di Pelè al 4° di Maradona, al 50° di Del Piero; ed ancora dall’assenza di Best a quella di Maldini: ecco come sono giunto a stilare la graduatoria più vista e criticata del web
Tempo fa pubblicai su questo sito web la graduatoria dei primi 50 calciatori all time, che provvidi a trasporre sul mio canale di youtube (il video è tuttora disponibile su http://www.youtube.com/watch?v=dXwnQoICWvo) mediante la realizzazione di un video che sta riscuotendo un successo che io stesso non mi sarei atteso. Il video, infatti, ha superato di gran lunga il migliaio di visite, e si sono registrati anche dei commenti da parte di molti utenti.
Tralasciando ovviamente quelli diffusi da gente prevenuta, che poco hanno a che vedere con la mera competenza calcistica, in questa sede vorrei un attimo schiarire le idee a coloro che mi hanno mosso delle critiche in merito, o perlomeno spiegare meglio le mie scelte, sgombrando il campo da equivoci.
Premetto naturalmente che una classifica avente per oggetto i primi 50 di cent’anni di calcio non potrà mai trovare tutti d’accordo, e perciò vi sarà sempre una certa dissomiglianza di opinioni.
Inizierei questa disamina dei top 50 con il 1°, Pelè. A furor di popolo il brasiliano O’Rei è considerato il più grande, ma ultimamente si sta stagliando un pubblico di contrari, le cui convinzioni cozzano contro quelle canoniche della massa, punzecchiate, diciamo, da fior di esperti che non si lasciano abbindolare da vox populi.
Quindi la leadership un tempo assodata della Perla Nera è ultimamente messa a repentaglio dai vari Di Stefano, Crujff e soprattutto Maradona. Al fine di dipanare l’”arcano” bisogna ricordare che prima di stilare una graduatoria bisogna adottare diversi parametri, prima di tutto quelli temporali e spaziali, visto che ad esempio un conto è realizzare 100 gol su 100 partite negli anni ’50, magari in un campionato ungherese, ed un altro conto è conseguire lo stesso score negli anni 2000, nel campionato italiano…
Pelè è stato inserito da me al 1° posto non necessariamente perché è stato più forte, ovvero più dotato di Di Stefano od altri, ma soprattutto perché è stato il più grande, elevando ad arte la sua effige entrando come nessun altro nell’immaginario collettivo.
Provate voi a trovare un altro calciatore capace di vincere 3 Mondiali con la Nazionale, 2 con il club, con il quale racimolò ben 11 Scudetti…Provate voi a trovare un calciatore che nel dopoguerra abbia messo alle spalle dei portieri 1281 gol, di cui 77 con la Selecao…Provate voi a scovare un attaccante in grado di realizzare in un top campionato come il brasiliano, 47 gol su 26 partite in una stagione (era il ’61 per l’esattezza).
Di Stefano rispetto a Pelè può esser stato più uomo squadra, ma tanto per dirne una, non ha mai giocato un minuto ai Campionati del Mondo; di certo questo non vuol dire esprimere riserve sulla sua classe (siamo sicuri che avrebbe stupito chiunque) ma constatare come la storia lo abbia abbracciato molto meno rispetto al suo omologo brasiliano.
Molti si sono stupiti del “solo” 4° posto di Maradona, ritenuto un oltraggio al grande “napoletano”…Beh, il Pibe de Oro è stato un mostro sacro, ma francamente rispetto ai primi due ed a Crujff paga non solo una minor tecnica ma soprattutto una minor continuità ed una personalità non proprio encomiabile. E rispetto all’olandese era deficitario in velocità.
Scendendo più giù troviamo gli unici due portieri inseriti in classifica, Zamora 12° e Jascin 13°: lo spagnolo precede il sovietico per un motivo prettamente temporale, visto che si era più esposti ai gol negli anni ’30 rispetto ai 60’, e quindi le imprese dell’iberico assumono un valore esponenziale rispetto al Ragno Nero.
Fra gli interrogativi più significati vi è il declassamento di Beckenbauer, penalizzato prettamente per una questione di ruolo, tenendo in considerazione come alla fine risulti di gran lunga più arduo sgusciare fra le difese che disimpegnarsi in fase arretrata, seppur rilanciando la manovra. Fra i difensori sembrerebbe di primo acchito esagerato il 30° posto di Fabio Cannavaro, preferito ai connazionali Baresi, Maldini…Tuttavia, senza limitarci a soffermarci sull’uscio dell’evidenza, potremo ben capire come l’attuale capitano azzurro sia stato autore di un maggior numero di interventi provvidenziali (per questioni di ruolo) rispetto alle due bandiere rossonere, che rimangano comunque d’immensa portata. E poi Cannavaro rispetto ai milanisti è stato iridato. Riguardo a Baggio, in molti ritengono riduttiva la 43^ posizione del Codino, ma secondo voi Roby aveva più classe di Meazza (2 volte iridato)?
E comunque la 43^ posizione è di tutto rispetto, e la dice lunga sulla sua figura da leggenda…Per quanto concerne Del Piero, può sembrare esagerato l’inserimento in classifica di Pinturicchio, ma ha giocato a suo favore il fatto di essere stato il simbolo della squadra italiana…simbolo, il che non poteva esimerlo dall’entrare fra i miti…
Passiamo ora agli assenti illustri. Premesso che ne dovevo scegliere solo 50, e quindi ho dovuto fare necessariamente delle scelte dolorose, ecco spiegati i motivi di alcune defezioni. In primis George Best. Potenzialmente sarebbe potuto diventare un mostro sacro, da top ten, ma la sua parabola si è inclinata precocemente. Non c’è anche un certo Zidane, un grande sì, ma pur sempre un centrocampista, che fra l’altro non segnava molto, ed era un po’ indisciplinato…Infine c’è chi mi accusa di lesa maestà per non avervi inserito C.Ronaldo o Messi: se continueranno su questi standard lo farò sicuramente fra qualche anno, e magari li potrei inserire nella top ten; al momento sono troppo giovani per poter dire che abbiano lasciato un segno nella storia del calcio. Spero allora che possiate vedere la classifica con occhi diversi, dilettandovi magari nello stilare la vostra personalissima graduatoria di valori.