La squadra di Ventura è sì in una posizione di classifica che le permette di non pensare con apprensione alla prossima partita con l’Inter, ma deve restare con i piedi ben ancorati a terra perché mancano diciassette partite alla fine del campionato e se anche occorrono soli quattordici punti per giungere a quella che sembra verosimilmente la quota salvezza, sono pur sempre da conquistare questi benedetti o maledetti quattordici punti. La rosa a disposizione del mister alla luce della classifica è, tutto sommato, adeguata, ma con questo non significa che non debba essere migliorata, anzi, proprio per questo deve essere integrata con quei due-tre elementi che permettano di finire il campionato senza patemi.
Ieri c’è stata molta fibrillazione quando si è diffusa la notizia che il direttore sportivo Gianluca Petrachi era in missione all’estero (Slovenia) per cercare, visionare, stringere accordi, chiudere una trattativa; le voci di radiomercato non erano concordanti sulle varie possibilità e i maligni sussurravano che Petrachi era in vacanza o che ad arte era stata diffusa la notizia per tenere buoni i tifosi che sperano che, oltre a Barreto, venga preso qualche altro giocatore. Tralasciando le voci dei maligni, sempre pronti a fingere di volere bene al Toro, ma in effetti desiderosi solo di vederlo affondare, una considerazione va fatta alla luce anche delle dichiarazioni di Cairo dell’ultimo periodo: “Con Barreto mercato chiuso? Siamo disponibili a valutare eventuali opportunità, giovani ragazzi con alto potenziale” e di quelle dello stesso direttore sportivo: “Nel mercato di gennaio la nostra filosofia è quella di lavorare su chi conosce già il campionato italiano quindi anche stranieri, ma non provenienti da altre realtà. Perché possano interessare al Torino devono essere giocatori già integrati come lingua e modo di pensare alla nostra serie A, altrimenti si deve perdere almeno un mese e mezzo prima che s’inseriscano a dovere”.
La considerazione è questa: l’attuale rosa a disposizione di Ventura ha bisogno di essere integrata con giocatori utili subito, come è avvenuto con Barreto stando a quello che si è visto con il Pescara, elementi giovani quindi di prospettiva è importante averli, ma prima sarebbe meglio pensare all’oggi e poi quando al mister si sono dati tutti i giocatori che servono si può e si deve pensare a quelli che potranno essere utili domani, altrimenti si corre il rischio di avere in rosa meteore o calciatori che non servono a portare a termine questo campionato.
In estate le scelte di puntare su giovani quali Migliorini, Stevanovic, Verdi, Lys Gomis e Bakic non si sono rivelate così lungimiranti, esattamente come prendere Sansone spendendo per la comproprietà 1,6 milioni. Infatti, Migliorini è andato in prestito al Como senza obbligo di riscatto per entrambe le società; Verdi è stato prestato alla Juve Stabia; di Bakic, parcheggiato da fine agosto in granata, da tempo si dice che andrà alla Fiorentina che ne detiene la comproprietà; per Lys Gomis si cerca una squadra in serie B o in Lega Pro; mentre di Stevanovic si sono perse le tracce nel senso che deve ritrovare la dimensione dell’essere un calciatore che tramuta le potenzialità in lavoro con rendimento proficuo in campo; e Sansone diventerà un giocatore della Sampdoria appena la società blucerchiata riceverà l’ok del Sassuolo, che è con il Torino comproprietario del cartellino del giocatore.
Non si vuole assolutamente criticare Petrachi o la società che giustamente si guardano intorno e si sa che alle volte bisogna essere tempestivi nel prendere o bloccare un giocatore per non correre il rischio di lasciarselo sfuggire, però si auspicherebbe che in contemporanea si agisse pensando alla salvezza: ci sono otto giorni prima che la sessione invernale del calciomercato chiuda i battenti e servono almeno quattordici punti per restare in serie A; tentare il tutto per tutto con il Catania per dare a Ventura Almiron sarebbe molto più che la classica ciliegina sulla torta.
[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]
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