La nota positiva che salta all’occhio della prima partita del Torino, vincente ad Ascoli, è la progressione che la squadra ha messo in campo. C’era la paura di non farcela, ma la squadra ha reagito alla grande mettendo in campo un miglior repertorio tecnico rispetto agli avversari, che comunque non hanno affatto demeritato. Non si è vista ancola la “libidine” tanto cara a Ventura, ma si è vissuta lo stesso nel risultato e nel vedere giocare alcune individualtià interessanti. Partiamo prima dalle note dolenti, come si dice, meglio dare prima le brutte notizie e tenere per dopo quelle belle. Coppola è parso incerto in alcune occasioni e soprattutto sul primo ed unico gol dell’Ascoli, mentre non si è visto il miglior Ogbonna, che fa sorgere qualche dubbio sulla sua volontà di proseguire in granata. Eppure il difensore granata sapeva di avere gli occhi puntati di Prandelli, che deve varare una squadra in forma per affrontare le Far Oer ed il giocatore di origine nigeriana può garantire almeno una partita giocata in campionato, rispetto a chi gioca in serie A, in questo weekend di sciopero.
Non ci sono dubbi invece sulla voglia di Bianchi, che è parso lo stesso degli anni precedenti, senza pensieri cattivi in testa, ma solo la voglia di fare bene. Ha tirato un rigore di potenza, bellissimo, ma soprattutto ha sfruttato un tacco perfetto per far segnare Odu, senza contare il gol parato metà dentro alla porta dal portiere avversario e ad un altro gol mancato. Bianchi conta più di Ogbonna nel computo finale e la sua presenza in campo fa salire le quotazioni del Torino almeno del doppio, anche perchè rimane sempre lo spauracchio delle squadre avversarie. Ma la nota lieta si chiama Verdi, incredibile per come gioca in scioltezza e leggerezza, con intelligenza da veterano, è colui che meglio si trova a fianco di Bianchi ed insieme potrebbero fare faville, così Odu, che può emergere fino a diventare lui il titolare come punta aggiunta. Tutti si aspettavano Sgrigna a fianco del capitano invece Ventura ha scelto Ebagua, che ha buoni numeri ma è ancora approssimativa sotto porta, crescerà. Il rammarico riguardo a Verdi è quello che non è di proprietà del Torino e ancora una volta la società granata rischia di far crescere un giovane e poi vederselo soffiare, così com’è successo con Lazarevic e qui siamo di fronte ad un sicuro campione. La scuola Milan non perde colpi e si vede che giocatori escono dal suo vivaio.
[Marina Beccuti – Fonte: www.torinogranata.it]
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