Bianchi e Ogbonna così diversi per personalità, qualità tecniche e fisiche e così uguali per impegno, serietà e professionalità e con un presente particolare dove nei fatti sembra che non siano più fondamentali come lo erano fino a un po’ di tempo fa. Situazioni differenti quelle dell’attaccante e del difensore: perché il primo è sceso nelle gerarchie, nonostante sia ancora il più prolifico in termini di gol realizzati (sette), sorpassato da nuovi (Barreto e l’emergente Jonathas) e vecchi (Meggiorini) compagni poiché ha caratteristiche tecniche che non sono quelle più adatte alla manovra di gioco che Ventura sta dando al Torino; il secondo forzosamente non ha potuto dare il suo contributo complice un infortunio che lo ha tenuto lontano dai campi in questa stagione per tredici partite su ventiquattro finora giocate e le buone prestazioni di Rodriguez che non lo hanno fatto rimpiangere più di tanto.
Ma il Torino può proseguire la sua marcia come nulla fosse senza che Bianchi e Ogbonna siano il motore che gli dà propulsione? Tutti sono utili, ma nessuno è indispensabile recita un detto che si basa sul buon senso. Il gruppo è fondamentale e i singoli attraverso la squadra danno il loro contributo, ma non è grazie alle individualità che si possono raggiungere i risultati, questo è in linea di massima il riassunto del pensiero del mister. Certo il calcio è un gioco collettivo e quindi ben difficilmente esistono singoli giocatori che da soli possono fare la differenza, forse Pelé e Maradona in passato e oggi Messi e Cristiano Ronaldo con le loro capacità superiori a quelle degli altri riescono a cambiare l’andamento di una partita, ma sono le eccezioni, non la regola. Però con le debite proporzioni Bianchi e Ogbonna sono le punte di diamante del Torino degli ultimi anni, sono quelli che nei momenti più bui hanno permesso che la barca non affondasse definitivamente e che hanno contribuito a scrivere le pur poche pagine belle delle ultime stagioni. Fare a meno di loro come colonne portanti di questa squadra potrebbe alla lunga essere una scelta non del tutto lungimirante.
Rodriguez, Barreto, Meggiorini e Jonathas sono giocatori validi che sicuramente danno un valore aggiunto al Torino e disquisendo di Bianchi e Ogbonna non li si vuole assolutamente né sminuire né mettere in discussione, ma allo stesso tempo è importante che il capitano e il vicecapitano continuino ad essere i fari di questa squadra, a prescindere se nella prossima stagione vestiranno ancora la maglia granata. Se per Bianchi in scadenza di contratto a giugno la possibilità di rinnovo è immersa nelle nebbie più fitte e forse non c’è neppure la volontà che resti in granata, per Ogbonna il discorso è molto differente poiché il suo contratto scadrà a giugno 2016 e parecchie società italiane e straniere hanno messo gli occhi su di lui e quindi c’è la possibilità che a fronte di un’offerta interessante i vertici del Torino decidano di privarsene, ma se al più presto non riprende il suo posto da titolare c’è il rischio che il suo valore diminuisca, anche perché stando lontano a lungo dal terreno di gioco vengono meno le possibilità di essere convocato in Nazionale. Ormai Ogbonna è guarito dall’infortunio, magari non sarà ancora al cento per cento, però il top della forma non lo si trova se non si gioca con continuità, va bene non correre rischi di nuovi acciacchi per un rientro affrettato, ma l’attendere troppo è comunque controproducente.
Il Torino è in una discreta posizione di classifica in rapporto all’obiettivo stagionale, ma non ha ancora raggiunto la matematica salvezza e Bianchi e Ogbonna sono due giocatori fondamentali e rinunciarvi anche solo parzialmente potrebbe essere un azzardo che rischia di rivelarsi un boomerang, magari nel prossimo campionato si dovrà fare a meno di loro, ma in questa stagione visto che sono a disposizione tanto vale usufruire delle loro indubbie capacità.
[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]