Diciamolo francamente, contro il Gubbio i granata si giocano gran parte della propria credibilità, in una partita che è piena di insidie per gli uomini di Ventura, infatti, se il Toro vince ha fatto il suo dovere, se non ci riesce qualcuno inevitabilmente parlerà di crisi, con tutto quello che ne consegue. Dopo la sconfitta interna contro il Verona e quella che continuo a considerare una brutta partita, quella di Castellammare, al di là delle considerazioni di Ventura che possono anche essere condivise, il Toro deve definitivamente indirizzare questa stagione, che lo ha visto capolista assoluto, quasi senza un avversario, per quasi tutto il girone d’andata. È altrettanto vero che per quanto riguarda la classifica, è siamo nel campo della matematica pura, questa partita con altri trenta punti a disposizione poco potrà dire o dirà, ma emotivamente, o psicologicamente poiché nel calcio si parla spesso di psicologia e di condizione mentale, questa partita può essere considerata alla stregua di una vera e propria finale.
Forse, come ha ricordato il nostro tecnico nella conferenza stampa di ieri, in questo periodo vengono dette fiumi di parole, ma considerare questa partita come una semplice “partita di campionato” è veramente difficile, personalmente non ci riesco, anche perché continuo a pensare che il Toro sia la squadra più forte, e quella che ha il tecnico migliore del lotto. Evidentemente sono rimasto l’unico, visto che in tanti ora vedono Verona e Pescara come principali indiziati alla promozione diretta, e tra questi, molti colleghi di Ventura che ora commentano il calcio sulle televisioni a pagamento, dimenticando quanto fatto dal Toro in questo campionato.
Il Toro però deve svegliarsi, deve migliorare è non poco in tanti aspetti, perché se dal punto di vista tattico la squadra ha quasi sempre letto la partita nel modo migliore, riuscendo ad imporre, se non il proprio gioco almeno la propria volontà, dal punto fisico si è sofferto più di una volta. L’approccio alla partita poi non è sembrato mai quello ideale, spesso il Toro, quello che ci si aspettava di vedere, lo abbiamo visto solamente nella ripresa, sia come passo, sia come intensità. Quanto alla formazione che scenderà in campo contro il Gubbio, penso che i dubbi di Ventura siano legati esclusivamente al modulo che la formazione di Alessandrini adotterà. Non è escluso che però alla fine si vada verso un 4-3-3 molto offensivo, con Sgrigna, Antenucci e Bianchi in campo dall’inizio anche con il Gubbio schierato con i quattro difensori. Comunque qualunque sia il modulo, il Toro è chiamato a fare la partita ed ha raggiungere il risultato pieno, se poi questo avviene mettendo in mostra un gioco convincente ed una personalità ritrovata, potremmo guardare alle restanti dieci partite con un animo ed uno spirito diverso.
[Flavio Bacile – Fonte: www.torinogranata.it]
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