Non lo nego, quando al 35’ del primo tempo Lazzari ha indovinato l’incrocio dei pali, per un attimo, il cielo sopra la mia testa si è rabbuiato, così come i miei pensieri. Un gol talmente bello, che solo il Toro lo poteva subire. Un altro gol che va a rinfoltire la statistica dei gol belli ed impossibili subiti dai granata in questi anni, tanto che appare ovvio chiedersi se capita sempre a noi questa fortuna.
Il Toro non stava giocando bene, inutile negarlo, non è una chiacchiera da bar, ma un dato di fatto. Meglio sicuramente di quanto fatto a Gubbio, ma ci voleva francamente poco, peggio, molto peggio di quanto ci si aspettasse. L’Empoli per la verità non stava facendo un partitone, la migliore occasione era capitata sui piedi di Stevanovic, ed i toscani si erano avvicinati dalle parti di Coppola solo grazie ad un’incomprensione difensiva. Poi quello che non ti aspetti, Lazzari lasciato troppo solo, evita facilmente una chiusura ritardata di Di Cesare, si sposta il pallone sul sinistro e fulmina da circa 30 metri Coppola, questa volta veramente incolpevole. Tutto finito? No, tutto deve ancora cominciare.
Il Toro comincia la ripresa con un altro cipiglio, chissà che cosa è successo nello spogliatoio, di fatto comincia a giocare, ad un ritmo che l’Empoli non riesce più a sostenere. Evidentemente gli uomini di Pillon avevano giocato una prima parte del match ad un ritmo troppo elevato. Il pubblico capisce presto che è il momento giusto, suona la carica ed i granata sembrano volare sulle ali di tanto entusiasmo. Il cambio Antenucci per uno spento Surraco da subito i primi frutti. Al 5’ Mirco addomestica in area un lancio di Stevanovic, e fornisce ad Ebagua un pallone che deve solo essere appoggiato a rete. Lo stesso Antenucci ha poco dopo la palla del vantaggio e chiama il portiere dell’Empoli alla più bella parata del match. Vantaggio che arriva grazie a Darmian, lesto a ribadire a rete un colpo di testa di Bianchi respinto da Pelagotti.
Alla fine il Toro gioca una grandissima seconda frazione di match, nella situazione più complicata possibile. Ventura si aspettava una reazione netta dopo il brutto k.o. di Gubbio, reazione che è avvenuta, se è mai possibile nel modo più bello possibile. Non me ne voglia il tecnico dei granata, ma la squadra vista nella seconda parte del match, non è nemmeno lontana parente di quella vista nella prima frazione. È evidente che il fattore psicologico possa aver giocato un brutto scherzo ai granata nel primo tempo, ma lo spirito, la consapevolezza, il ritmo espresso dai granata nella ripresa, è di tutt’altra pasta. Il cambio azzeccato di Antenucci per Surraco non può essere l’unica variante che ha fatto girare la partita, anche se Mirco ha fatto una grandissima partita, tutto il Toro è sembrato animato da un qualcosa che non si è visto, ma nemmeno intuito nei primi quarantacinque minuti.
Da parte mia, posso dire, che ho notato una minore propensione della difesa ad appoggiare il pallone all’indietro, forse è solo un fatto casuale, o forse si è voluto garantire a Coppola un sabato più tranquillo. Dal punto di vista del gioco invece, spostare, nella ripresa, di dieci o quindi metri in avanti il raggio di azione di Parisi e di Darmian, che nel primo tempo si erano limitati a lanci immediati una volta superata le linea di centrocampo, si dice per sveltire il gioco della squadra, ha messo in grossa difficoltà sugli esterni l’Empoli, che fino a quel momento aveva raddoppiato con facilità sia su Surraco, sia su Stevanovic. Il cambio di ritmo e la posizione di Ebagua più vicino a Bianchi hanno fatto il resto. Insomma tanti piccoli aspetti che sommati uno all’altro hanno permesso al Toro di superare con pieno merito l’Empoli.
Martedì c’è la Reggina, partita difficile ma non impossibile, specialmente se il Toro, continua a fare il Toro.
[Flavio Bacile – Fonte: www.torinogranata.it]
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