Non è la categoria dei giornalisti che s’inventa o si diverte a dire, tanto per creare dibattito fra i tifosi, che un giocatore interessa a una determinata società, se una voce circola è doveroso riportarla, persino se la si ritiene la bufala del secolo. Così come bisogna prendere con le molle le dichiarazioni dei dirigenti che per strategia alle volte ne fanno per depistare in modo da portare avanti le trattative che veramente interessano. Solitamente però presidenti, amministratori delegati, direttori generali, direttori sportivi, allenatori, giocatori e procuratori non dicono mai esplicitamente le cose, ma si limitano a discorsi generali o al più a parziali ammissioni o smentite che solitamente corrispondono a verità, soprattutto se si tratta delle linee guida che riguardano le strategie di mercato.
Cairo, Petrachi e Ventura a domande ben precise hanno dato risposte che tutto fanno pensare tranne che giocatori come Giovinco o El Shaarawy a gennaio possano passare anche solo in prestito e per mezza stagione al Torino. Alla domanda se gli obiettivi stagionali fossero cambiati nessuno di loro ha detto sì, anzi hanno ribadito che prima di tutto si devono raggiungere i quaranta punti, che garantiscono la permanenza in serie A, e poi se ci sarà tempo si proverà a ottenere qualche cosa di più in modo che il Torino a fine stagione si trovi nella parte sinistra della classifica, senza minimamente parlare però di posti utili per questa stagione che possano garantire l’accesso all’Europa League, fosse anche solo ai preliminari. Chi ha voluto interpretare diversamente le loro parole o ha capito male o è in malafede. All’altra domanda se a gennaio saranno presi giocatori che approderebbero al Torino per giocare titolari – Giovinco e El Shaarawy a pieno titolo lo sarebbero e non lascerebbero mai Juventus e Milan per continuare a fare anche solo un po’ di panchina al Torino – è stato risposto che se arriverà qualche giocatore nuovo dovrà avere le caratteristiche giuste in modo da integrarsi nel gruppo e che possa far cambiare pelle in corsa. A scanso di equivoci quest’ultima affermazione significa giocatori che partono dalla panchina e che, quando chiamati a dare il loro contributo, non si limitano a stare in campo eseguendo il compitino loro assegnato, ma che apportano un valido contributo, se poi durante il lavoro settimanale dovessero impressionare positivamente l’allenatore allora potrebbero anche scalzare nelle gerarchie chi oggi è titolare costringendolo a lavorare con ancora maggiore impegno per far sorgere dubbi al mister su chi mandare in campo dal primo minuto la domenica.
Il trentuno gennaio alle 23 si saprà con certezza se Cairo, Petrachi e Ventura in questi giorni hanno rilasciato dichiarazioni vere o per depistare, però oggi non c’è nessun indizio o riscontro che abbiano detto certe cose e invece stiano agendo diversamente. Tutti possono cambiare opinione o mutare le strategie, ma di qui a stravolgerle e sovvertirle completamente ce ne passa molto, oltretutto forzare esasperando o portando al limite l’interpretazione delle dichiarazioni non solo non è corretto verso i diretti interessati, ma anche indice di poca professionalità nei confronti dei tifosi che se si sentono ingannati giustamente voltano le spalle e senza tifosi il calcio muore e questo vale per dirigenti, allenatori, giocatori, procuratori e giornalisti.
[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]
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