È imprescindibile per il Torino, come per qualunque altra squadra, segnare con costanza e con una certa facilità per restare in serie A. Il presupposto è che nel prossimo campionato il Torino per essere competitivo, in modo da iniziare un ciclo che garantista stabilente alla squadra granata di stare nella massima divisione, deve segnare almeno 38,8 gol, è la media delle reti realizzate da quando si assegnano tre punti per la vittoria (stagione 1994-1995) dalla squadra che si è piazzata nell’ultima posizione utile per non retrocedere. Bisogna però anche tenere in considerazione che negli ultimi quattro campionati al Bologna ne sono servite 43 nel 2009 e 42 nel 2010, al Lecce 46 nel 2011 e al Genoa 50 quest’anno, quindi la tendenza del numero dei gol che servono per salvarsi è in aumento.
Per fare gol è fondamentale avere attaccanti che vadano in doppia cifra e almeno uno che realizzi non meno di una quindicina di gol, meglio se si avvicina alla ventina e l’altra punta si faccia carico di realizzarne almeno una dozzina, le altre reti devono essere fatte dai centrocampisti, dagli esterni e da chi subentra, poi se qualche gol arriva anche dai difensori non guasta. Ecco che inserita in quest’ottica viene prepotentemente a galla la questione Bianchi. Sull’impegno, la determinazione, la voglia e le capacità del capitano non c’è neppure da discutere, ma è stato sotto gli occhi di tutti che nella stagione appena trascorsa, per giunta in serie B, le caratteristiche tecniche di Bianchi non sono state funzionali al gioco di Ventura e il gioco di Ventura non ha permesso a Bianchi di esprimersi al meglio. Bisogna quindi fare chiarezza al più presto perché non si può chiedere al mister di snaturalizzare il suo gioco e non si può utilizzare il capitano come un rincalzo di lusso. Il Torino quindi deve subito ingaggiare un attaccante adatto al gioco di Ventura e che garantisca almeno diciotto gol a stagione e poi agevolare Bianchi nel trovarsi un’altra squadra, questo non per dare il ben servito al capitano, ci mancherebbe, ma semplicemente perché è la soluzione migliore per tutti.
Protrarre la questione Bianchi anche solo per una parte dell’estate sarebbe un rischio. Aspettare le ultime battute del calciomercato nella speranza di fare l’affare penalizzerebbe la preparazione estiva della squadra e metterebbe Ventura nella condizione di non curare a dovere la fase offensiva e poi lo costringerebbe a ridosso dell’inizio del campionato, o peggio ancora dopo la prima giornata, ad inserire la punta presa per essere il finalizzatore del gioco e nella migliore delle ipotesi il giocatore non sarebbe perfettamente integrato prima della fine di settembre, perdendo così il primo mese di gioco. Attendere oltretutto vorrebbe dire non lasciar andare via Bianchi per non correre il rischio di trovarsi senza l’attaccante principe e questo danneggerebbe anche il capitano che dovrebbe iniziare la preparazione in un modo per poi andarsene. La terza ipotesi, Bianchi resta e non si riesce a trovare un’altra punta, non è neppure da prendersi in considerazione perché troppo nociva per il Toro. Chiarezza e rapidità per il bene di tutti.
[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]