Ancora per questo mese, poiché i contratti ufficialmente scadono il trenta giugno, sono nominalmente giocatori del Torino: Coppola, Rodriguez, Masiello, Caceres, Brighi, Santana, Birsa, Bianchi e Jonathas, il primo di luglio ad alcuni scadrà il contratto e per altri terminerà il prestito. Da risolvere ci sono le comproprietà di: Darmian, Glik, Basha, Bakic, Cerci, Stevanovic e Barreto. Però ci sono altre comproprietà, quelle dei giocatori che non erano nella rosa granata, che dovranno essere discusse: Benedetti, Migliorini, Verdi e Comi, più qualche altro che però non è mai stato in orbita prima squadra. Quindi il Torino può contare su: Gillet, Padelli (dal primo di luglio), Alfred Gomis, D’Ambrosio, Glik, Di Cesare, Ogbonna, Gazzi, Vives, Diop e Meggiorini. A questi vanno aggiunti i fine prestito di: Lys Gomis, Chiosa, Agostini e Suciu, e anche a questi va aggiunto qualche altro giocatore che però, come per alcuni che sono in comproprietà, non ha mai gravitato dalle parti della prima squadra.
La situazione quindi in casa granata, come si dice da tempo, è apparentemente molto precaria e di giorno in giorno mancando certezze, a cominciare da quale modulo sarà utilizzato, l’apprensione dei tifosi aumenta anche perché le voci sugli addii dei giocatori più rappresentativi, intesi come quelli che hanno contribuito maggiormente alla salvezza, si fanno sempre più insistenti. Ogbonna, D’Ambrosio e Cerci hanno mercato e vorrebbero approdare in squadre che puntano a traguardi decisamente più ambiziosi che non la salvezza. A questi potrebbe aggiungersi Gazzi, se il modulo verrà cambiato, poiché, nonostante sia un pupillo di Ventura, in caso di 5-3-2 il mister non lo ritiene adatto e lo ha dimostrato non schierandolo nelle ultime partite proprio quando ha cambiato l’impostazione della squadra, facendolo solo subentrare nell’ultima gara, quando ormai i giochi erano fatti. Anche fra i giocatori che sono stati meno utilizzati e che sono di totale proprietà o in comproprietà c’è chi vuole andare via perché non gradisce più continuare a sedersi in panchina poiché non è tenuto in sufficiente considerazione dal mister: Di Cesare, Bakic e Stevanovic.
La squadra quindi è praticamente da ricostruire sia per quel che riguarda i titolari sia per le riserve. L’operazione sfiora il titanico anche perché non è sicuro che si troveranno accordi prima di finire alle famigerate buste per i giocatori in comproprietà che Ventura vorrebbe che rimanessero: Darmian, Glik, Cerci, Barreto e aggiungiamoci anche Basha. Cerci, come d’altronde Ogbonna, ieri sera in Nazionale hanno giocato decisamente non male, sarà stata anche solo un’amichevole con il San Marino, che con tutto rispetto non è la formazione più temibile al mondo, però è pur sempre stata una gara dove molti giocatori avevano l’opportunità di mettersi in mostra e guadagnarsi la convocazione per la gara con la Repubblica Ceca, valevole per la qualificazione al Mondiale in Brasile, e anche per la prossima Confederation Cup, quindi l’aver giocato bene ha invogliato ancora di più i loro estimatori ad accaparrarseli.
Non avere più Ogbonna e Cerci sicuramente aumenterà la liquidità nelle casse del Torino, però allo stesso tempo obbligherà la società non solo a trovare i sostituti a questi giocatori, ma dovrà individuarne di validi altrimenti sarà ancora più complicato agire in sede di calciomercato, perché è improbabile che giocatori di un certo livello accettino di andare in una squadra che ha perso i calciatori più pregiati e non li ha sostituiti adeguatamente e di conseguenza anche solo l’obiettivo salvezza rischia di essere ridimensionato.
Malgrado la situazione sia a dir poco complicata è impensabile che la società stia, come sembrerebbe, senza agire in modo concreto. E’ vero che tutti hanno le bocche cucite e non c’è neppure stata una conferenza stampa di fine stagione per fare un bilancio di quello che è stato e per accennare almeno alle linee guida per il futuro, così come tutti sanno che il presidente Cairo è impegnatissimo con la sua nuova proprietà, La 7, e che Ventura è in vacanza all’estero, ma al giorno d’oggi comunicare non è un problema, e comunque c’è Petrachi che ricopre il ruolo giusto per allestire la squadra. Unica incognita è quanto potere decisionale autonomo ha il direttore sportivo e di quale effettivo budget dispone, ma anche se queste informazioni non vengono comunicate alla fine – soprattutto in caso di una rosa non del tutto adeguata agli obiettivi stagionali, che non possono essere inferiori alla salvezza – la colpa non potrà ricadere sul solo Petrachi e nessuno, senza essere anch’egli coinvolto nel giudizio, potrà utilizzarlo come agnello sacrificale.
[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]
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