Con le debite proporzioni il gioco del Torino è assimilabile a quello del Barcellona, possesso e giro palla che parte da dietro per avanzare e arrivare al tiro nella porta degli avversari. Questo tipo di manovra richiede interpreti di livello, velocità di esecuzione e capacità da parte di tutti i giocatori di effettuare movimenti sia con la palla sia senza ed infine una mira precisa. É un gioco che paga, ma non sempre e ieri sera se ne è avuta la dimostrazione, infatti il Barcellona ha perso due a zero con il Milan nonostante abbia avuto un possesso palla del 72,6 per cento e abbia effettuato sette tiri verso la porta di Abbiati, ma effettivamente indirizzandone uno solo nello specchio.
Il Milan, tra infortuni o giocatori non al top della condizione e Balotelli che non può essere utilizzato in Champions League, si è affidato a una formazione quasi scontata con tanti giovani ed è sceso in campo non pretendendo di imporre il proprio gioco, ma, facendo di necessità virtù, ha dovuto pensare prima di tutto ad arginare la manovra del Barcellona e ci è risuscito perfettamente bloccando gli avversari in una morsa a centrocampo non concedendo spazi e raddoppiando costantemente la marcatura sul possessore di palla. Quindi il Barcellona per tutto il primo tempo è stato costretto a cercare di aggirare il muro formato dai rossoneri, ma il sacrificio in fase di copertura di El Shaarawy e Boateng ha tenuto il Milan corto e ha impedito agli avversari di rendersi pericolosi. La partita sembrava destinata a un pareggio a reti inviolate, anche se in un paio di occasioni il Milan con ripartenze fulminee ha provato a rendersi pericoloso dalle parti di Valdes. L’aver passato indenne senza subire gol il primo tempo ha dato coraggio al Milan che ha capito che poteva osare di più e, infatti, nella ripresa ha spinto maggiormente, complice anche il Barcellona che si è fidato troppo della propria superiorità tecnica e non ha cambiato ritmo continuando con uno sterile possesso palla, senza accelerazioni ed efficaci movimenti degli uomini senza palla per avanzare a creare spazi in attacco.
La fortuna poi ha premiato il coraggio rossonero quando ha fatto finire sul braccio di Zapata la punizione calciata da Montolivo ed è stato bravo Boateng ad avventarsi rapidissimo sulla palla e a calciarla in rete, mentre compagni e avversari si erano fermati, magari in attesa di un fischio dell’arbitro a segnalare il fallo di Zapata, che non c’è stato e quindi ha permesso al Milan di sbloccare la partita. Il vantaggio rossonero sarà anche stato agevolato da una mancata decisione arbitrale, però alla luce di quanto si è visto in campo era il Milan che si meritava il premio del gol per aver condotto bene la gara, a fronte di un Barcellona inconcludente. Se già quanto aveva prodotto il Milan valeva la vittoria, il proseguimento della gara ancora di più lo ha evidenziato perché i rossoneri non si sono chiusi a difendere il risultato, ma hanno cercato caparbiamente il raddoppio e con Muntari lo hanno trovato impedendo così al Barcellona di riaprire la gara nonostante i catalani, soprattutto nel finale, ci abbiano provato, ma ormai era troppo tardi e il Milan con intelligenza e ordine ha difeso il doppio vantaggio non disdegnando di tanto in tanto qualche puntata in avanti per alleggerire la pressione in difesa.
Tutto questo per dire che sarebbe meraviglioso se il Torino provasse a fare il Milan, sempre con le debite proporzioni. I granata spesso, soprattutto con le squadre che si chiudono in difesa si trovano nella stessa condizione del Barcellona di ieri sera e fanno fatica a sorpassare il muro eretto dagli avversari, alla fine magari non soccombono come è accaduto ai catalani anche perché non disputano partite di Champions, ma di campionato, però lasciano tifosi e addetti ai lavori con la domanda: perché non si pensa di modificare un po’ l’impostazione del gioco magari “imitando” quanto fatto dal Milan ieri sera? La famosa crescita che ci si attende dalla squadra di Ventura è proprio questa, senza rinnegare il lavoro finora fatto che ha portato i granata a tornare in serie A dopo tre stagioni di B e essere a nove punti dalla matematica salvezza a ben tredici giornate dalla fine del campionato, però proprio perché il cammino fin qui lo consente provare a impostare tatticamente un gioco che privilegi la fase offensiva potrebbe essere una sfida con se stessi molto interessante e che permetterebbe di passare da partite pareggiate a gare vinte. Una volta raggiunta la matematica salvezza, si spera che avvenga il prima possibile, tentare vie nuove in ottica futura non nuoce, in fin dei conti chi non risica non rosica e prendersi dei rischi calcolati non ha mai danneggiato nessuno, chiedere al Milan per conferme.
[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]
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