TORINO – Il cambio di allenatore, l’esplosione di “Gallo” Belotti e una difesa troppo “generosa”. Sono questi gli elementi che caratterizzano il 2016 del Torino.
Senza nulla togliere al Torino dell’anno scorso di Giampiero Ventura, va subito detto che l’avvento sulla panchina di Sinisa Mihajlovic ha portato una evoluzione di gioco e parecchie emozioni.
Inizio soft
Dopo un inizio soft in quanto a risultati e nonostante qualche recente battuta di arresto di troppo, in questa prima parte di stagione la squadra granata sta infatti macinando bel gioco e vittorie e, a una giornata dal termine del girone di andata, é a quota 28 e sta facendo sognare i tifosi a suon di gol.
Sono, infatti, ben 36 le reti finora realizzate, con un “tridente offensivo” formato da giocatori – Iago Falque, Belotti, Ljajic – che hanno messo a segno cinque o più gol a testa.
Belotti più di tutti
Andrea Belotti ne ha realizzato più di tutti. Con il suo spirito da lottatore, con la sua lucidità sotto porta, ma soprattutto con le sue 13 reti (24 nell’anno solare), l’attaccante granata è la rivelazione di questa stagione ed é anche l’unico italiano a competere con i bomber stranieri Dzeko e Icardi nella lotta per la classifica marcatori.
Oltre a un attacco super, il Torino ha anche un valido centrocampo composto da un trio tutto italiano, prevalentemente giovane, con Valdifiori in regia e Benassi e Baselli che assicurano qualità e ritmo alla manovra. Ottimi a costruire gioco, ma non altrettanto validi incontristi. Fattore, questo, che finisce col mettere spesso in difficoltà i difensori, che non sono coperti a sufficienza dal centrocampo.
Difesa da puntellare
Una squadra poco coperta dietro e tanti gol presi su cross e su palle inattive portano così a 27 il numero delle reti subite, quintultimo peggior risultato del campionato in corso. Un limite importante per una squadra che ambisce a conquistare un posto in Europa League, al quale il club torinese dovrà porre rimedio nel mercato di riparazione di gennaio.