Sei giorni di passione? A dire il vero sì, perché c’è in ballo un pezzo della stagione poiché l’obiettivo di arrivare alla fase a gironi dell’Europa League non è un invenzione giornalistica o una speranza dei tifosi, ma un traguardo della società posto dallo stesso presidente Urbano Cairo già il 18 luglio scorso quando dichiarò: “Non è che se c’è un buon entusiasmo intorno alla squadra vogliamo abusarne, anzi, al contrario vogliamo essere molto equilibrati e fare le cose ragionevolmente in modo tale da avere una squadra molto motivata e forte per disputare un buon campionato, una buona Europa League e anche una buona Coppa Italia”. Quindi non è una fantasia dire che il Torino deve battere il Rnk Split, iniziare il meglio possibile il campionato e chiudere il mercato con una rosa nel complesso capace di non ottenere risultati inferiori a quelli conseguiti nella scorsa stagione, quando fu eliminato dalla Coppa Italia dal Pescara il diciassette agosto al terzo turno e in campionato si è piazzato al settimo posto riuscendo ad accedere ai preliminari dell’Europa League perché il Parma non ha ottenuto la Licenza Uefa, ne consegue quindi che l’obiettivo è arrivare al sesto posto in modo da poter disputare l’Europa League anche nella stagione successiva. Per quel che riguarda la Coppa Italia il Torino inizierà questa competizione il quattordici gennaio dagli ottavi di finale affrontando la vincente fra Lazio e Varese, quindi in teoria per fare meglio dello scorso anno dovrebbe almeno accedere ai quarti, vale a dire non essere eliminato alla prima partita che disputerà.
Gli ultimi giorni di mercato saranno indubbiamente condizionati dalla questione Cerci e dall’accesso o no alla fase a gironi dell’Europa League. É evidente anche a chi segue poco e distrattamente il calcio che se si disputano partite quasi ogni tre giorni si deve avere una rosa che sopperisca, senza lasciare punti per strada, ad affaticamenti dovuti a partite intense e a viaggi ed eventuali squalifiche o peggio ancora infortuni. Se Cerci sarà ceduto non può essere sostituito da un giocatore che non abbia qualità e incidenza sui risultati inferiori a quelli che ha avuto lui: tredici gol realizzati, 11 assist e giocate che hanno messo i compagni nella condizione di agire al meglio in area di rigore o nei suoi pressi. Il Torino già alla fine dello scorso campionato, quando si profilava un possibile addio di Cerci, aveva individuato dei possibili sostituti da Seferovic a Facundo Ferreyra, da Botta a Hernandez a Duvan Zapata, l’unico rimasto ancora in sospeso, poiché nel frattempo gli altri si sono tutti accasati altrove. Duvan Zapata è ancora in sospeso nel suo club poiché se la squadra di Benitez accederà alla fase a gironi della Champions League il colombiano, che è il sostituto di Higuain, verrà lasciato andar via poiché il Napoli prenderà un calciatore dal profilo più alto, se, invece, per i partenopei l’avventura nella massima competizione europea dovesse prematuramente finire allora il calciatore potrebbe rimanere, anche se Duvan Zapata non sarebbe molto contento di essere chiuso e di dover disputare un’altra stagione più che altro in panchina. In quest’ultimo caso il Torino si ritroverebbe a dover in fretta e in furia virare su altri giocatori. É vero che nell’ultimo periodo e non solo alla squadra granata sono stati accostati Giovinco e Pazzini, ma finora il club di Urbano Cairo non è parso, per motivi non strettamente tecnici o non solo, così interessato a loro, quindi l’importanza di accedere alla fase a gironi dell’Europa League, che vuol dire un incasso certo oscillante fra i 5 e i 7 milioni di euro a prescindere dai guadagni al botteghino, e la cessione di Cerci cambieranno gli ultimi giorni del mercato granata e forse anche l’andamento dell’intera stagione.
[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]
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