La domanda se i nove punti che separano il Torino quando si devono ancora giocare sette partite sono sufficienti per garantire la permanenza in serie A non è peregrina o figlia di paure ataviche dovute ad anni di altalena fra serie A e serie B o peggio ancora tentativo di destabilizzare l’ambiente con spettri inventati. La domanda è legittima perché in palio ci sono ventuno punti, non sono pochi, è improbabile che chi finora come il Pescara che in trentuno giornate ha conquistato ventuno punti nelle rimanenti sette ne incameri altrettanti, così come Siena, Palermo e Genoa che hanno viaggiato a una media di 0,87 passino a una di tre.
Non si può dimenticare che il Torino nelle prossime quattro partite affronterà Roma, Fiorentina, Juventus e Milan e all’andata fece un solo punto, se con squadre come il Cagliari e il Parma non è riuscito né in casa né in trasferta a incamerare nemmeno un punto è ben improbabile che con formazioni che hanno qualità individuali e collettive molto superiori riesca a farne. Se il cinque maggio al termine della partita con il Milan i granata dovessero ottenere quanto avevano fatto all’andata si ritroverebbero con trentasette punti, questo potrebbe vederli nella stessa identica posizione di sestultimi in classifica come no. La Sampdoria, che è appaiata con i granata a quota trentasei, incontrerà Genoa, Bologna, Fiorentina e Udinese che valsero sette punti nella prima metà del campionato. Il Chievo, che ha un punto in meno, nelle prossime quattro partite affronterà Catania, Genoa, Siena e Cagliari e nel girone d’andata fece sette punti. Il Siena dovrà vedersela con Pescara, Chievo, Roma e Catania e nella prima parte del campionato incamerò tre punti. Il Palermo anche lui non avrà un periodo facile e dovrà misurarsi con Bologna, Catania, Inter e Juventus e all’andata conquistò tre punti. Il Genoa si cimenterà con Sampdoria, Atalanta, Siena e Pescara la dote fu di tre punti nell’altro girone. Infine il Pescara un po’ come il Palermo avrà gare non proprio semplici con Siena, Roma, Napoli e Genoa e il bottino fu di tre punti.
Se tutte le squadre ripeteranno le performance e i risultati dell’andata il Torino fra quattro partite si ritroverebbe scavalcato dal Chievo e vedrebbe ridotto a sette lunghezze il margine di vantaggio da Siena, Palermo e Genoa, poi starebbe ai granata gestirlo nelle successive gare con Genoa, Chievo e Catania. In linea di massima è molto probabile che i punti fin qui incamerati dalla squadra di Ventura bastino per superare il ciclo di fuoco senza precipitare nella zona rossa della classifica anche se non arrivassero punti, a patto che nessuna delle inseguitrici inanelli un ciclo di vittorie e per fortuna del Torino le rivali hanno molti scontri diretti quindi è legittimo sperare e pensare che vincano un po’ le une e un po’ le altre o che pareggino in modo da non rosicchiare troppi punti ai granata. Oppure che il Torino batta qualcuna delle big mettendosi nella condizione di non diversi più interessare di quello che fanno coloro che sono alle spalle.
Essere padroni del proprio destino oppure subire gli eventi è la differenza fra una squadra che sa sfruttare i pregi e girare in vantaggio i difetti o almeno camuffarli così bene da non trasformarli in un vantaggio per gli avversari e una squadra che fa il possibile per mantenersi a galla, ma che non ha la forza per fare di più. Se il Torino giocherà con Roma, Fiorentina, Juventus e Milan come ha fatto con l’Inter e in parte con la Lazio nel girone di ritorno o con la Fiorentina all’andata qualche punto nelle prossime quattro gare lo incamererà sicuramente, se ripeterà anche solo prestazioni come l’ultima con il Bologna concluderà il ciclo di fuoco con zero punti e allora il discorso salvezza potrebbe complicarsi un po’.
[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]
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