Torino, il punto: maggiore precisione sotto porta

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“Se vogliamo possiamo” recita lo slogan di mister Ventura, ma che cosa vuole e può esattamente fare questo Torino? Finora ha dimostrato di essere una squadra che sa ben orchestrare la manovra difensiva, ma di essere incompiuta per come tenta d’impostare quella offensiva. Prova ne è che il Torino assieme al Napoli è la seconda difesa del campionato, cinque gol subiti, e davanti ha solo quella della Juventus, quattro reti al passivo; mentre l’attacco sarà anche l’ottavo con Fiorentina, Catania, Milan, Bologna e Siena grazie ai nove gol realizzati, ma il Cagliari che ha quello meno prolifico ne ha messi a segno solo quattro in meno e invece la Juventus che è la squadra che ha segnato il maggior numero di reti ne ha ben dieci in più. Oltretutto il Torino otto dei suoi nove gol li ha fatti in due sole partite, Pescara e Atalanta, e in cinque non è mai andato a segno.

La posizione in classifica dei granata non deve trarre in inganno perché è vero che sono al nono posto però lasciando da parte le prime cinque, Juventus (22 punti), Napoli (19), Lazio (18), Inter (18) e Roma (14) e l’ultima il Siena (2), ci sono quattordici squadre in sei punti, dalla Fiorentina (12) al Palermo (6), e questo oltre a voler dire che la serie A è appiattita verso il basso vuole anche dire che il nono posto del Torino non garantisce nulla sull’obiettivo stagionale della salvezza, perché la squadra dista due soli punti dal terz’ultimo posto occupato da Milan, Bologna, Chievo e Pescara. Sarà pur vero che quando alle spalle ci sono molte formazioni è improbabile che tutte possano cambiare marcia e effettuare il sorpasso, ma è altrettanto vero che bastano mezzi passi falsi, leggasi pareggi, per ruzzolare nei piani più bassi della graduatoria.

Essere ottimisti e vedere il bicchiere mezzo pieno è quello che chiede Ventura rivolgendosi a tutto l’ambiente che circonda il Torino, ma perché ciò continui ad avvenire è molto importante che il campo dia segnali che la squadra non sia un’incompiuta in attacco. I granata creano anche un discreto numero di occasioni da gol riuscendo ad arrivare al passaggio che pone l’uomo nella condizione di effettuare il tiro nella porta avversaria, però troppo spesso lì si fermano o nella migliore delle ipotesi arrivano a calciare verso la rete senza però essere sufficientemente precisi nell’inquadrare lo specchio e quindi ecco che inevitabilmente a fine partita c’è il rammarico per i gol mancati.

Domenica pomeriggio il Torino affronterà in casa il Parma e poi ci saranno le due trasferte dove gli avversari saranno Lazio e Napoli il tutto in otto giorni, un tour de force reso ancora più complesso dal coefficiente di difficoltà rappresentato dagli avversari: se nella prima gara le forze in campo non saranno molto dissimili (le due squadre hanno gli stessi punti in classifica, seppur si debba tener conto che il Torino è una neo promossa dopo tre campionati passati in B e il Parma, a parte la stagione 2008-2009, è dal 1990-91 in serie A) nelle seguenti due partite la squadra di Ventura dovrà vedersela con l’attuale terza forza del campionato, la Lazio che ha il doppio dei suoi punti, e poi con la seconda, il Napoli che ne ha dieci in più.

Nessuno pretende che il Torino faccia sei punti nelle due trasferte e se anche dovesse tornare da entrambe senza aver raccolto nulla, ma avendo dato il massimo in campo non ci sarebbero mugugni o particolari critiche, però nella partita con il Parma la classifica dovrà essere mossa  e il gioco offensivo essere concretizzato con gol, altrimenti i dubbi su quanto questa squadra sia incompiuta tenderanno a divenire certezze e inevitabilmente il bicchiere sarà considerato mezzo vuoto. Sta ai giocatori e a Ventura far sì che l’ambiente continui a considerarlo mezzo pieno in attesa che a gennaio con la riapertura del calciomercato la dirigenza apporti i dovuti correttivi per mettere la squadra e l’allenatore nelle migliori condizioni possibili per raggiungere l’obiettivo fissato.

[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]