Quanto siano state importanti le urla di Giampiero Ventura nell’intervallo della partita con l’Atalanta lo si saprà solo nelle prossime settimane, ma potrà essere intuito già domenica durante la partita con il Cagliari. Quelle urla hanno sbloccato i giocatori granata che nel primo tempo avevano fornito una prestazione fra le più brutte e deludenti da quando Ventura è approdato a Torino; infatti, giustamente il mister era furente perché se una squadra non è in grado di giocare è un conto, tutt’altro se lo è e non lo fa. Ecco perché Ventura era così arrabbiato: i suoi giocatori non stavano facendo quanto in altre occasioni avevano dimostrato di saper fare.
Nelle conferenze stampa prima e dopo le partite Ventura moltissime volte ha espresso le sue convinzioni: “Le squadre come il Torino, che si affacciano alla serie A dopo un po’ di anni, il gap non lo colmano attraverso semplici rimedi, ma grazie alla consapevolezza della sostanza di quello che sono e di quello che sanno fare e non tramite una giocata che non porta da nessuna parte”. E ancora: “Noi vogliamo essere una squadra, essere protagonisti. Questo gruppo ha lavorato e lavora per crescere”. E poi: “Molti critici a metà dello scorso campionato mi dicevano: “Pensi di affrontare la serie A con questi giocatori?” oggi il settanta per cento della squadra è formata da giocatori che c’erano lo scorso campionato e sono assolutamente convinto adesso, come lo ero l’anno scorso, che più di una volta sorprenderemo. Molti giocatori, che durante la passata stagione erano presi sotto gamba, quest’anno dimostreranno di poter stare in serie A perché hanno le qualità, la voglia e soprattutto l’umiltà di acquisire ulteriori conoscenze e quando c’è tutto ciò vi è la possibilità di fare qualche cosa d’impensabile non solo per i critici, ma anche per i giocatori stessi”. Conseguenza di queste idee: “Bisogna essere bravi a leggere le situazioni e a creare gli spazi se non ci sono e viceversa se ci sono a sfruttarli”.
Mister Ventura ha tracciato il percorso che deve fare la squadra: “Fino alla sosta dovuta alle partite della Nazionale per la qualificazione al Mondiale in Brasile, quindi dopo la gara con il Cagliari, mettiamo come priorità la nostra crescita, poi è chiaro che bisognerà quantificare il più possibile come fanno tutte le squadre”. Il secondo tempo della partita con l’Atalanta ha detto che il Torino è cresciuto, infatti, ha cambiato completamente atteggiamento: è passato dall’essere titubante nell’esprimere il proprio modo di giocare a calcio all’essere determinato e cinico a imporre il proprio gioco raccogliendone i frutti. Forse sarà stato anche agevolato da un’Atalanta in giornata no e indebolita dagli infortuni di molti difensori, ma la facilità con la quale i granata hanno realizzato i quattro gol nella ripresa va al di là delle difficoltà dell’avversario. Alla crescita il Torino deve però dare continuità prima di tutto con le squadre alla sua portata e che hanno lo stesso obiettivo primario di salvarsi e il Cagliari è la squadra perfetta da incontrare perché corrisponde in tutto e per tutto a questo profilo.
Domenica pomeriggio davanti al suo pubblico il Torino può far vedere che ha acquisito la consapevolezza dei propri mezzi e quindi può rendere orgogliosi i propri tifosi di tifare per questi giocatori che sanno dimostrare sul campo di onorare la maglia che indossano.
[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]