Torino, il punto: tre domande sulla rosa lunga e poco utilizzata

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A parole tutti i giocatori del Torino sono sullo stesso piano e hanno le medesime possibilità di dare il loro contributo in campo la domenica, nei fatti, però, non è assolutamente così perché il cumulo dei minuti in gare ufficiali di parecchi giocatori è molto basso, alcuni non hanno mai giocato. Gillet 1432 minuti giocati, Gazzi 1383, Darmian 1336, Bianchi 1165, Glik 1138, Ogbonna 957, D’Ambrosio 956, Cerci 928, Santana 802, Meggiorini 765, Brighi 706, Basha 696, Vives 580, Masiello 572, Stevanovic 562, Rodriguez 540, Sgrigna 495, Sansone 326, Di Cesare 225, Birsa 51, Verdi 32, Diop 8, Lys Gomis 0, Alfred Gomis 0, Agostini 0, Caceres 0, Migliorini 0, Bakic 0, De Feudis 0, Gorobsov 0 e Suciu 0. Allora viene da chiedersi: perché alcuni giocatori sono stati presi e altri non sono stati ceduti? E poi in seconda battuta sorge un’altra domanda: la dirigenza granata ha interpellato Ventura prima di prendere i giocatori che poi l’allenatore ha usato così poco o mai? Terza e ultima domanda: è possibile che tutti i giocatori che finora sono stati poco o niente utilizzati e che non sono stati fermi a causa d’infortuni si allenino con poca determinazione da indurre il tecnico a non prenderli in considerazione? Tutte domande che rimangono gettate al vento perché dirigenti, allenatore e gli stessi giocatori, per motivi molto diversi, non daranno mai risposte.

L’attuale classifica del Torino e la poca dimestichezza a segnare sono diretta conseguenza del fatto che dei trentuno giocatori in rosa ne sono stati utilizzati con continuità, vale a dire almeno la metà delle partite giocate per intero (novanta minuti per quindici partite giocate fa 1350 minuti diviso due, quindi con una media di una partita giocata ogni due, fa 675 minuti) in dodici. Utilizzare poco più della metà degli uomini a disposizione vuol dire che nei fatti buona parte della campagna acquisti-cessioni estiva non è stata ben condotta, un po’ perché le richieste dell’allenatore non sono state soddisfatte, forse perché non del tutto condivise e di conseguenza si è preferito affidargli altri giocatori che il mister però non ritiene del tutto funzionali al suo sistema di gioco, e un po’ perché la società non è stata capace di agire con tempestività e sufficiente determinazione nel pianificare la condotta delle strategie in sede di mercato.

Il calciomercato riaprirà i battenti il tre gennaio e si spera che i giocatori scontenti di essere stati poco o nulla utilizzati si siano già mossi per far sapere alla società che preferiscono andare altrove per giocarsi la chanche di scendere in campo con maggiore continuità. Allo stesso tempo si spera che l’allenatore abbia detto chiaro e tondo alla dirigenza quali giocatori non gli servono e che quindi devono essere ceduti e non tenuti solo a fare allenare i compagni in settimana e quali ritiene indispensabili per rinforzare la squadra. Infine si spera che la società si sia già mossa per piazzare i giocatori che non rientrano nei piani tecnici e prendere quelli che sono reputati utili per raggiungere l’obiettivo della permanenza in serie A. Tentennare, tergiversare, sperare nelle trattative condotte dai procuratori o dalle altre società, stare a vedere come evolvono le situazioni altrove, intavolare preliminari di trattative e poi non chiuderle perché manca il benestare della proprietà sono solo perdite di tempo che danneggiano il Toro. Chiarezza e tempestività sono gli unici modi validi per operare in modo serio e credibile e di solito così facendo, salvo cause di forza maggiore, gli obiettivi si raggiungono.

[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]