Dolly Doningos Menga è il giocatore del quale parlava Cairo qualche giorno fa “Faremo un investimento su un giovane che nei prossimi sei mesi lavori imparando gli schemi e la lingua e si ambienti nel campionato italiano in modo che la prossima stagione diventi un valore aggiunto” e il belga-congolese corrisponde a questa descrizione. Menga compirà venti anni il 2 maggio prossimo, calcisticamente si è formato come Gillet nelle giovanili dello Standar Liegi che poi lo ha ceduto al Lierse. É un esterno offensivo che gioca sulla fascia destra, ma è in grado anche di spostarsi su quella sinistra e può persino essere schierato come seconda punta, è alto 182 centimetri e ha un peso forma di 74 chili quindi ha un fisico più simile a quello di Cerci (180 cm per 78 chili) piuttosto che a quello di Verdi (171 per 70 chili), ceduto in prestito alla Juve Stabia. Le sue caratteristiche di gioco sono la velocità e il dribbling, pertanto è il calciatore che può saltare l’uomo in modo da creare la superiorità numerica. In prospettiva futura può risultare un investimento lungimirante se si adatterà al campionato italiano, se apprenderà gli schemi di Ventura e se fra il mister e lui si creerà il giusto feeling e non come è accaduto fra l’allenatore e Sansone, passato dopo soli sei mesi alla Sampdoria.
Menga è stato dato al Torino in prestito oneroso (200 mila euro) con la possibilità a fine stagione di acquistare il cartellino perché fra il giocatore e mister Ramzy c’è stato uno screzio all’apparenza di lieve entità – il ragazzo non ha stretto la mano all’allenatore in occasione di una sostituzione dopo cinquantasette minuti nella gara con Oh Leuven del 22 dicembre scorso – che però ha comportato una punizione non di poco conto essendo stato messo ai margini della rosa. Tante incognite circondano questa indubbia promessa del calcio e non servono a colmare subito la carenza che c’è nell’organico sulle fasce, perché Cerci, Santana, Birsa e Stevanovic (la società sta cercando una squadra dove mandarlo a giocare con continuità), tutti esterni di ruolo, non bastano per garantire adeguata copertura in un ruolo fondamentale come è quello che ricoprono per l’impostazione del gioco. In rosa è vero che ci sono anche Vives e Suciu, ma sono giocatori che si adattano a fare gli esterni, quindi in senso stretto delle alternative in caso di necessità.
In questa sessione di calciomercato hanno detto addio, definitivo o temporaneo, al Torino sette giocatori (De Feudis, Gorobsov, Migliorini, Agostini, Sgrigna, Verdi e Sansone) e ne sono arrivati due, Barreto e Menga, però solo il primo è utilizzabile subito come è effettivamente accaduto nella gara con il Pescara. Sorge quindi spontanea una domanda: arriverà qualche altro giocatore che rappresenti un valore aggiunto e non sono una prospettiva futura? A parte un vice Gillet che sarà preso nei prossimi giorni scelto fra Coppola o Benussi, gli altri giocatori che da tempo sono accostati al Torino, a parte Almiron che se arrivasse sarebbe un titolare, cioè i vari Ljajic, El Hamdaoui, Fabbrini, Nené, Thiago Ribero, Livaja, Mariga, Tissone e Donadel quanto tempo impiegherebbero per adattarsi al gioco di Ventura e di conseguenza essere utili alla causa del Toro? Sicuramente non meno di venti giorni o un mese e alcuni anche di più, ma fra venti giorni il Torino avrà già disputato le partite con Inter, Sampdoria e Udinese e fra trenta anche con Atalanta e Cagliari. Gli attuali ventisei punti mettono al riparo da imminenti pericoli e se tutto girerà per il verso giusto l’attuale rosa continuerà come ha fatto finora a tenersi lontana dalla bagarre per non retrocedere, ma se le squadre che finora hanno mantenuto un ritmo inferiore al Torino, grazie ai rinforzi presi in questo mese di gennaio, ingranassero cominciando ad avere risultati positivi e se per squalifica o infortunio anche di lieve entità qualche granata chiave non potesse dare il suo contributo l’aver preso giocatori non subito utilizzabili metterebbe la squadra e l’allenatore in difficoltà e la positività che si è venuta a creare in questo periodo scemerebbe.
Mancano cinque giorni alla chiusura del mercato c’è ancora il tempo per dare a Ventura giocatori-certezza e per i giocatori-scommessa c’è sempre tempo, garantirsi la salvezza con scelte lungimiranti e concrete prima di tutto, poi si investirà sul futuro. Quattordici punti da conquistare in diciasette partite sono un obiettivo ampiamente alla portata perché equivalgono a 0,82 punti a partita e bastano quattro vittorie e due pareggi per ottenerli con il lusso di poter perdere ben undici gare, ma bisogna incamerarli questi quattordici punti.
[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]