Chi vince fra Torino e Bologna si toglie definitivamente dalla lotta per la salvezza con sette giornate d’anticipo sulla fine del campionato e quindi archivia come positiva la stagione poiché ha raggiunto, non sul filo di lana, l’obiettivo stagionale. Questa sera le due squadre non andranno in campo solo per i tre punti, ma hanno un obbligo, quasi morale, verso se stesse e verso i propri tifosi di dimostrare quanto effettivamente valgono: sono formazioni che oltre alla salvezza non possono andare oppure sono in grado di assestarsi fra il decimo e il sesto posto? In altre parole possono competere con squadre come Catania e Udinese oppure al più possono rappresentare il cuscinetto fra queste e chi lotta per non retrocedere? La differenza non è poi così esigua perché se Torino e Bologna possono competere con Udinese e Catania allora vuol dire che la programmazione per la prossima stagione dovrà essere finalizzata al consolidamento in modo da porre le basi per arrivare a competere, in un futuro molto prossimo ragionevolmente in non più di due o tre stagioni, con le squadre che lottano per aggiudicarsi un posto in Europa League. Se, invece, non sono in grado di andare oltre la zona cuscinetto allora la strada per giungere a traguardi un po’ più ambiziosi è in salita e per intraprenderla le società dovranno non cedere nessuno e mettere mano al portafoglio se vorranno farlo, altrimenti la prospettiva è vivacchiare senza infamia e senza lode in serie A, soprattutto se si cedessero i giocatori di maggior valore e non si riuscisse a rimpiazzarli con altri che possono non farli rimpiangere, altrimenti i prossimi campionati saranno all’insegna del continuare a lottare per non retrocedere.
Il Torino arriva alla sfida con il Bologna con assenze rilevanti a centrocampo perché oltre a Brighi e a Birsa mancherà anche Vives che ieri nella rifinitura ha accusato un affaticamento ai flessori della coscia destra, quindi Ventura avrà ben poco da scegliere e sarà quasi obbligato a mandare in campo la squadra con il consueto 4-2-4, salvo che non cali la carta Bakic per andare a formare un centrocampo a tre con Basha e Gazzi. Soluzione questa alquanto improbabile, almeno all’inizio della partita, perché il montenegrino finora non ha mai disputato neppure un minuto in una partita ufficiale e in più se malauguratamente uno fra Basha e Gazzi dovesse uscire dal terreno di gioco per espulsione o peggio ancora per infortunio non avrebbe nessun centrocampista di ruolo da mandare in campo. Nella rosa granata non ci sono altri giocatori che possano adattarsi a centrocampo senza che la squadra non diventi eccessivamente offensiva e non dia sufficienti garanzie di copertura, visto poi che nel girone di ritorno il numero dei gol subiti è quasi raddoppiato rispetto a quello d’andata, infatti, nelle prime undici partite il Torino aveva incassato dieci reti, mentre dalla ventesima giornata alla trentesima diciannove. Va però detto che a fronte dell’aver subito molti più gol i punti che sono stati conquistati sono stati tre in più, dodici a quindici.
In difesa l’assenza di Rodriguez per squalifica non inciderà più di tanto perché rientra il titolare Ogbonna e in panchina siederà il solo centrale Di Cesare pronto a entrare nel caso che Glik o Angelo dovessero alzare bandiera bianca, ballottaggio invece fra Darmian, Masiello e D’Ambrosio per i due posti da terzino, mentre per Caceres il destino è l’ennesima panchina della stagione.
Abbondanza invece sul fronte esterni alti e attaccanti. Cerci e Santana sono i candidati a presidiare la fascia destra e quella sinistra con Stevanovic e Menga scalpitanti e pronti a ritagliarsi un po’ di visibilità. I dubbi maggiori sorgono per chi ricoprirà il ruolo di punta e a candidarsi per due posti sono in cinque: Bianchi, Barreto, Diop, Jonathas e Meggiorini, citati in rigoroso ordine alfabetico. A spuntarla per un posto da titolare è probabile che saranno Barreto e Meggiorini, con Jonathas che ha buone possibilità di subentrare, mentre Bianchi rischia di passare la terza patita consecutiva osservando i compagni dalla panchina, sempre che nel colloquio che ha avuto alla ripresa degli allenamenti lunedì non sia riuscito a convincere Ventura che può ancora dare un valido contributo alla squadra. Per Diop rimane la speranza che la partita s’incanali in modo tale che il mister decida di dare spazio a un giovane.
Il Bologna ha anche lui delle defezioni in quanto Motta deve scontare un turno di squalifica e Perez non ha ancora recuperato dall’infortunio, a questi due sicuri assenti potrebbero aggiungersi Sorensen e Moscardelli che sono influenzati ed è probabile che non riescano ad andare oltre all’accomodarsi in panchina. Per il resto è molto probabile che Pioli si affidi al 4-2-3-1 puntando su Diamanti e Gilardino per scardinare la difesa granata, coadiuvati da Kone e Christodoulopoulos e con Pazienza e Taider a presidiare il centro del campo davanti alla diga difensiva formata da Garics, Antonsson, Cherubin e Morleo e con Curci in porta.
In campo Torino e Bologna devono andare per i tre punti perché se prevalesse la prudenza di accontentarsi di fare un punto per smuovere la classifica e avvicinarsi comunque un po’ di più all’aritmetica salvezza verrebbe meno la potenziale credibilità che queste due squadre possono andare un po’ oltre il minimo sindacale e la stagione assumerebbe la connotazione di una tranquilla mediocrità. I tifosi granata e rossoblu ovviamente meritano il massimo e non solo perché vanno allo stadio e pagano il biglietto per assistere a una bella partita.
[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]
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