Cairo lo ha detto e lo ha ribadito nel mercato di gennaio il Torino punta a mantenere l’equilibrio e le abitudini consolidate della squadra, quindi i nuovi giocatori che arriveranno non dovranno avere particolari pretese e di conseguenza saranno calciatori che s’inseriranno in punta di piedi nello spogliatoio. Questo vuol dire che arriveranno un paio di giovani che hanno qualità e voglia di mettersi a disposizione di Ventura per imparare quanto il mister insegna. Le parole di Cairo ribadite appunto ieri a margine della sua visita alla squadra durante il primo allenamento dell’anno non lasciano adito a dubbi e se anche celassero, per strategia di mercato, l’intenzione di consegnare all’allenatore un giocatore di un certo peso non autorizzano nessuno, anche solo a pensare, che il calciomercato del Torino sarà all’insegna di chissà quale colpo.
Al più si puo’ ipotizzare che nell’arco del mese di gennaio possa arrivare un calciatore dotato di qualità e d’esperienza, gradito a Ventura e che finora non ha trovato abbastanza spazio nella squadra d’appartenenza e vuole rilanciarsi, ma che caratterialmente non punterà i piedi per avere subito un posto da titolare, provando a guadagnarselo allenamento dopo allenamento. Fra i nomi di giocatori circolati in quest’ultimo periodo e che corrispondono in buona parte al profilo tracciato da Cairo, quindi da Kone a Mudingayi, passando per Hallfredsson, Birsa, Cherubin, Hernandez, Nocerino, Airaudo, Constant, Cristante, Nico Lopez, Kurtic, Saponara e Kuzmanovic, tanto per citare i più ricorrenti, chi di loro sarebbe disposto a entrare in punta di piedi nello spogliatoio granata? Se fra loro c’è qualcuno che aspira, soprattutto fra gli stranieri, alla convocazione in Brasile per il Mondiale ben difficilmente accetterà di fare panchina anche solo inizialmente perché deve mettersi in luce fin da subito se vuole essere chiamato dal proprio commissario tecnico, così come chi ha giocato poco non vorrà continuare a farlo anche nel Torino, di solito si cambia per migliorare la propria situazione.
La sfida più grande che deve affrontare la società granata è proprio conservare quanto finora ottenuto e non è cosa scontata o facile perché il settimo posto è un traguardo importante, anche se non dà accesso a nessuna coppa internazionale. Non va sottovalutato il fatto che squadre che finora hanno reso meno delle aspettative, Milan su tutte, ma anche Lazio e Udinese e non solo, non cambino marcia e nel girone di ritorno conquistino molti più punti rispetto all’andata. Il Torino un gioco ce l’ha, così come uno spogliatoio senza particolari problemi, però non può cullarsi né sui venticinque punti conquistati né sul margine di cinque lunghezze che separa i granata dalle prime inseguitrici e ogni partita, a partire da quella con il Parma, sarà un esame che valuterà la tenuta e il reale valore di questo gruppo, non perché malignamente qualcuno vorrebbe veder precipitare verso il basso il Torino, ma semplicemente per testarne la solidità in vista, nel prossimo futuro, di alzare ancora un po’ l’asticella degli obiettivi.
[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]