Angelo Obinze Ogbonna, il fulcro della difesa granata e il gioiello di questo Torino, è un mese che non gioca, ultima gara disputata il 7 ottobre scorso con il Cagliari, ha un problema fisico che gli provoca dolori a intermittenza, quindi svolge un programma di allenamenti a parte e quando si sente meglio lavora regolarmente con i compagni. La diagnosi resa nota dal Torino è infiammazione del nervo pelvico, in precedenza il dottore della Nazionale, Castellacci, gli aveva riscontrato una prostatite e per questo il giocatore aveva dovuto rinunciare alla convocazione per le gare che si sono svolte il 12 e il 16 ottobre con Armenia e Danimarca. Domenica scorsa a Napoli il difensore centrale è stato convocato da Ventura, ma si è accomodato in panchina. Ieri, in un laconico comunicato della società granata si leggeva che “Ogbonna ha svolto l’intera sessione di lavoro”, però la sua presenza in campo con il Bologna fra tre giorni è in forte dubbio: un po’ perché deve recuperare la forma fisica, poiché nell’ultimo mese ha svolto più allenamenti a parte che quelli effettuati con il resto della squadra, e un po’ perché avendo un problema che si presenta a intermittenza bisogna vedere se dopo aver lavorato con i compagni il dolore non riappare più.
Che nessuno voglia correre il rischio di forzare i tempi è pacifico e sacrosanto anche perché se l’infiammazione dovesse peggiorare l’assenza di Ogbonna dai campi di gioco si allungherebbe con grave danno, magari non tanto per la squadra visto che il suo sostituto Rodriguez non lo sta facendo rimpiangere, ma per lui e per la società. Per un calciatore e per giunta giovane non va bene stare fermo a lungo a causa di problemi fisici di difficile diagnosi e cura. Per la società perché è a rischio il valore del giocatore che in estate Cairo aveva valutato 20 milioni di euro, cifra forse un po’ esagerata per un ragazzo di ventiquattro anni che aveva fatto solo delle sporadiche apparizioni in serie A nel 2006-07 con quattro presenze e poi nel 2008-09 con diciannove anche se nell’ultimo anno in serie B aveva conquistato l’aggregazione alla Nazionale di Prandelli e poi in questa stagione vi aveva esordito nella gara con la Bulgaria del 7 settembre scorso valida per la qualificazione ai mondiali in Brasile. Diciamo che più realisticamente quest’estate il valore di mercato di Ogbonna si aggirava dai 12 ai 15 milioni e quindi dopo aver disputato egregiamente le prime partite di questo campionato in serie A e aver esordito in Nazionale il costo del suo cartellino poteva essere arrivato verso i 17-18 milioni, oggi dopo un mese lontano dal campo e con un problema fisico non del tutto chiaro, almeno nei tempi di totale guarigione, il rischio che il suo valore diminuisca è molto alto, costituendo un grave danno appunto per il giocatore e per la società.
Tutti, giocatore, allenatore, compagni, società e tifosi, si augurano che l’infiammazione al nervo pelvico sia guarita e che Ogbonna debba solo più ritrovare la miglior condizione per poter così tornare a giocare come aveva fatto nell’ultimo anno e mezzo, senza mai saltare una partita neppure per un raffreddore. Anche perché sarebbe già importante averlo in campo domenica contro il Bologna, gara nella quale il Torino deve dimostrare di saper trarre il massimo vantaggio, conquistare i tre punti, con una formazione che lotta per il suo stesso obiettivo di restare in serie A, ma sarebbe ancor più importante poter contare sul miglior Ogbonna in vista delle prossime partite con Roma, Fiorentina, Juventus e Milan, dal coefficiente di difficoltà molto elevato.
[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]