Sabato sera chi si presenterà all’Olimpico di Torino non si aspetti di vedere una partita simile a quella che assistette chi si recò al San Paolo il quattro novembre e non perché a Torino si giocherà alle ventuno mentre a Napoli il fischio d’inizio fu alle quindici, non è una questione né di orario né di stadi diversi, ma è la posta in palio a determinare una gara molto differente. Il Torino vuole e deve dimostrare che la vittoria sulla Lazio non è stato un exploit una tantum, ma che la squadra ha raggiunto quel grado di maturità che le permette di essere continua nelle prestazioni anche se mancano dei giocatori, Brighi e Birsa, e se l’avversario ha ventuno punti di più. Il Napoli non può permettersi nessun passo falso perché il secondo posto non è consolidato e il Milan ha due punti in meno e poco prima dell’inizio di Torino-Napoli giocherà con il Chievo, che in classifica ha gli stessi punti dei granata e come loro è in una posizione relativamente tranquilla e a un passo dall’aritmetica salvezza che però non è ancora conquistata.
Non c’è dubbio che fra Torino e Napoli chi pagherebbe maggiori conseguenze da una sconfitta sono i partenopei e un pareggio potrebbe essere utile ai granata, ma decisamente meno alla squadra di Mazzarri. Unica nota positiva per Torino e Napoli è che giocando l’ultimo posticipo sapranno i risultati delle altre squadre, ma è un vantaggio minimo perché dopo questo turno di campionato mancheranno alla fine del torneo ancora otto giornate e il Torino dovrà vedersela con Bologna, Roma, Fiorentina, Juventus, Milan, Genoa, Chievo e Catania, mentre il Napoli con Genoa, Milan, Cagliari, Pescara, Inter, Bologna, Siena e Roma, quindi entrambe o affronteranno squadre del medesimo livello che concorrono per gli stessi obiettivi o formazioni che comunque hanno bisogno di punti per concludere la stagione in modo positivo, quindi sconti non se ne possono fare, soprattutto da parte del Napoli.
Il Torino non deve fare conto che Cavani rientrerà in Italia solo in serata perché l’aereo che lo avrebbe dovuto riportare nel nostro paese dal Cile, dove era impegnato con la sua nazionale in una gara di qualificazione per il Mondiale in Brasile, ha avuto un guasto obbligandolo a posticipare il rientro. I granata non devono neppure sperare in un regalo come avvenne nella gara d’andata quando Aronica, oggi in forza al Palermo, con uno sciagurato retropassaggio diede l’occasione a Sansone di impossessarsi della palla e di fulminare De Sanctis pareggiando al novantunesimo. Piuttosto il Torino deve ricordarsi che, sebbene avesse disputato una più che discreta partita al San Paolo, al sesto Cavani approfittò del fatto che stranamente Gillet non riuscì a intercettare un cross indirizzato al centro dell’area per Hamsik e fu lesto a spedire la palla in rete. Inoltre per tutto l’arco della gara, nonostante i tentativi di far girare la palla soprattutto nelle retrovie nella speranza che il Napoli si sbilanciasse in modo da colpirlo in contropiede, il Torino non riuscì nell’intento. Infatti, i partenopei non si fecero più di tanto sotto e anche quando ci furono per i granata le occasioni di presentarsi nei pressi dell’area napoletana i tiri verso la porta di De Sanctis non furono precisi e se non ci fosse stato l’errore di Aronica i tre punti sarebbero stati conquistati dal Napoli, magari non del tutto meritatamente per il poco gioco prodotto in campo, ma nessuno avrebbe potuto recriminare perché se non si tira in porta o lo si fa in modo impreciso non si può realizzare il gol.
Sabato sera è facilmente prevedibile che il Napoli dovrà sbilanciarsi perché è quasi obbligato a vincere per mantenere il secondo posto che vuol dire accesso diretto alla Champions League, quindi il Torino dovrà essere particolarmente reattivo e sfruttare gli spazi che si creeranno e poi qualunque giocatore granata dovesse arrivare al tiro in porta dovrà avere una mira molto precisa, esterni offensivi e attaccanti in particolare. Ventuno punti di differenza in classifica vogliono dire che la qualità del Napoli è decisamente superiore a quella del Torino, ma i partenopei nelle ultime sei partite hanno pareggiato quattro volte (Lazio, Sampdoria, Udinese e Juventus), perso una (Chievo) e vinta l’ultima con l’Atalanta, quindi un po’ di flessione l’hanno accusata. Di conseguenza il Torino deve provare ad approfittarne: cinque punti all’aritmetica salvezza sono sempre da conquistare e prima lo si fa meglio è, così l’asticella dei desiderata può essere spostata più in alto.
[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]
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