Ieri sono ripresi gli allenamenti alla Sisport e Angelo Ogbonna ha lavorato regolarmente con i compagni e con la sua consueta intensità, quindi sta bene e se non si ripresenteranno i problemi che l’hanno costretto a rinunciare alla convocazione in Nazionale, domenica pomeriggio sarà regolarmente in campo a Palermo. Questa è un’ottima notizia per Ventura che dovrà comunque rimaneggiare la difesa poiché Darmian non giocherà perché deve scontare un turno di squalifica. Ma in vista della partita con i rosanero non basta trovare la quadra in difesa, perché da quando c’è Gasperini ad allenarli e a schierarli con il 3-4-3 la squadra sembra aver ritrovato quell’identità che le era mancata a inizio stagione, quindi prima di tutto Ventura dovrà decidere se sarà meglio mandare sul campo del Barbera il Torino con il consueto 4-2-4 oppure optare per il 4-3-3.
La partita con il Cagliari doveva confermare la capacità del Torino di saper affrontare qualunque avversario alla sua portata guardandolo diritto negli occhi e imponendo il proprio gioco, invece ha detto che la squadra è ancora in quella fase di: vorrei ma non riesco, sono in serie A però non so se ne sono all’altezza. Questo è motivo di apprensione perché a una neo-promossa non si chiede di vincere o di imporre il proprio gioco con squadre che lottano per le prime posizioni in classifica o che hanno un organico qualitativamente superiore, ma di giocarsela alla pari con chi lotta come lei per salvarsi e il Cagliari rientra in questa categoria di squadre. Se la sconfitta con i sardi sarà un episodio fine a se stesso allora ci sta, ma se anche domenica con il Palermo i granata dovessero ripetere una prestazione simile scatterebbe un campanello d’allarme e bisognerebbe al più presto individuare le motivazioni che rendono la squadra fragile, in modo da trovare subito i correttivi perché quando ci sono delle lacune più passa il tempo e più diventa difficile superarle.
Il vero problema del Torino, che già si era evidenziato nella scorsa stagione, è il gioco che viene prodotto dal centrocampo in avanti. Esterni, attaccanti e mediani, soprattutto le prime due tipologie di giocatori, non sempre riescono a trasformare la loro volontà di mettere in atto quello che chiede il mister e tradurlo in pratica. Questo comporta il produrre sì occasioni da gol, ma realizzare poche reti e comporta anche una certa difficoltà nell’aprire gli spazi nello schieramento avversario, nel giocare in velocità, nel vincere i contrasti uno contro uno, nei movimenti senza palla a smarcarsi e a smarcare i compagni. Un buon possesso palla e il produrre una più che discreta mole di gioco non basta per prevalere sugli avversari, oltre a doti tecniche nella norma e conoscenza dei fondamentali serve trovare il giusto equilibrio fra il gioco della squadra e il saper sfruttare al meglio le caratteristiche dei singoli e fra il proteggersi nella fase difensiva e l’osare in quella offensiva. La partita con il Palermo sarà quindi fondamentale per Ventura e i giocatori per capire quanto e in che direzione devono lavorare e alla società per programmare quali e quanti correttivi dovranno essere fatti nel mercato di gennaio.
[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]