Torino: organico quasi al completo

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logo-torinoBasta pensare che mancano punti in classifica perché gli arbitri hanno preso decisioni sbagliate che hanno penalizzato, tanto cosa fatta capo ha e neppure si conti sul fatto che prima o poi i torti subiti verranno compensati, molto meglio, giusto per restare in tema di saggezza popolare, far proprio il detto: chi fa da sé fa per tre. Il Torino, quindi, è meglio che si rimbocchi le maniche e che non commetta più quegli errori che hanno portato a pareggiare partite come quella con il Livorno e perdere con il Cagliari, dove le colpe dei punti gettati via sono da attribuirsi unicamente ai granata. Domenica c’è da affrontare il Catania cliente alla portata e per questo motivo ancor più scomodo e per di più bisognoso di far punti e di lasciarsi alle spalle un avvio di stagione negativo.

L’organico quasi al completo, continuano a mancare Rodriguez e Larrondo, è l’ideale per impostare al meglio le partite poiché sono possibili più soluzioni tattiche, sia di partenza sia cambiando durante lo svolgimento della partita, ma non c’è tattica che tenga se non è accompagnata da determinazione a non concedere nulla agli avversari. Non si tratta solo di evitare di commettere errori individuali, che possono sempre capitare anche ai grandissimi campioni, ma avere la mentalità vincente che dal primo instante di gioco porta a perseguire la vittoria e prosegue fino al fischio finale e fa chiudere le partite se si va in vantaggio o a rimontare se malauguratamente l’avversario si rivela più forte del previsto. Tentennare, speculare e accontentarsi sono condizioni che non devono neppure sfiorare la mente di giocatori e allenatore e comunque non sono atteggiamenti ammissibili da chi indossa la maglia granata, se qualcuno, chiunque esso sia, li ha che vada altrove. Da quando la vittoria è premiata con i tre punti conta solo accaparrarseli, il pareggio è accettabile solo se l’avversario è più forte e dopo aver dato tutto in campo si riesce a strappargli un punto, ma anche in questo caso ci vuole grande determinazione e voglia di ottenere qualche cosa.

Il superamento degli infortuni permette a Ventura di schierare la formazione migliore e di utilizzare i giocatori nei ruoli a loro più congeniali, senza chiedere sacrifici a nessuno. La sosta ha permesso a quasi tutti di rifiatare, anche a coloro che finora non hanno potuto riposarsi neppure per uno scorcio di partita, ovviamente chi è stato convocato in nazionale, Maksimovic, Basha e Cerci, non ha usufruito di particolare stacco, quindi saranno i compagni a dover sopperire a eventuali cali dei tre, soprattutto di Cerci, durante la gara con il Catania, ma questo non è un problema e non deve essere utilizzato come alibi. I rientri di Pasquale, Farnerud e Barrerto permettono di adottare moduli differenti: difesa a tre o a quattro e attacco a due o a tre e persino a quattro, con due esterni e due punte centrali.
Lo scorso campionato all’andata dopo la sosta natalizia il Torino affrontò il Catania con un attacco composto da Bianchi e Meggiorini e Cerci e Vives come esterni e finì zero a zero, mentre al ritorno quando il modulo era già il 3-5-2 Cerci e Jonathas furono le due punte e la gara finì due a due con gol di Cerci e Bianchi, subentrato a Jonathas, ma questa partita non fa particolarmente storia perché era l’ultima di campionato, con salvezza già acquisita, e in campo andarono anche giocatori che erano stati poco o nulla utilizzati come Coppola, Di Cesare, Caceres, Bakic e Jonathas.
Domenica il Torino deve giocare prima di tutto per dimostrare a se stesso che l’inizio positivo di stagione non è stata un’illusione e che la squadra nel complesso può dire la sua come ha fatto in alcune occasioni con Milan e Roma ed è capace di superare con il lavoro quotidiano qualche difetto sia tecnico sia caratteriale e che non si affida solo all’estro di Cerci o alle giocate di altri, ma che coralmente produce gioco che porta punti.

[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]