I ventun gol subiti, hanno fatto peggio solo Sampdoria (22), Bologna (24) e Sassuolo (28), e i diciotto realizzati, hanno fatto meglio Inter (29), Roma e Juventus (26), Napoli e Fiorentina (24) e Verona (22), in dodici partite dal Torino farebbero pensare che il punto debole della squadra è la difesa. Certo qualche cosa nel reparto arretrato va rivista, però da sempre il centro nevralgico del gioco è il centrocampo. Senza nulla togliere a Basha, Bellomo, Brighi, El Kaddouri, Farnerud, Gazzi, Vives e aggiungiamoci anche Cerci, che quest’anno Ventura ha reinventato nel ruolo di attaccante atipico, e i terzini D’Amborsio, Darmian, Masiello e Pasquale, che spesso vengono utilizzati più avanzati come esterni di centrocampo, sono i centrocampisti che fanno la differenza sia in fase difensiva sia in fase offensiva. Se il numero di gol realizzati è congruo, ma quello delle reti subite è troppo elevato ne deriva inevitabilmente che la squadra spesso non è equilibrata e subisce più di quanto offende. Di conseguenza alla riapertura del calciomercato a gennaio prima di tutto è a centrocampo che bisogna intervenire in modo da raggiungere l’equilibrio.
Mantenere una pressione reale sull’avversario serve a tenere lontano dalla propria area i pericoli e per riuscirci bisogna essere bravi a non farsi strappare dai piedi il pallone e saper effettuare i movimenti giusti sia con la palla sia senza in modo da verticalizzare aprendo le difese avversarie. Se, invece, la manovra è lenta e prevedibile si finisce per favorire gli avversari che hanno tutto il tempo per schierarsi in difesa e per raddoppiare la marcatura sul possessore di palla e riuscire a sottrargliela. Anche se mancano quarantotto giorni alla riapertura del calciomercato gli addetti ai lavori sono già all’opera e di nomi di potenziali rinforzi a centrocampo per il Torino ne circolano già da Lodi del Genoa a Wolski della Fiorentina o passando agli esterni Djordjevic del Nantes, che però ha quasi raggiunto l’accordo con la Lazio per giugno, Corchia del Sochaux, adocchiato da squadre come il Bayern Monaco e quindi ormai quasi fuori dalla portata del Torino, o Widmer dell’Udinese, tanto per citare i nomi dei potenziali candidati più ricorrenti.
Una cosa però è certa: a gennaio servono giocatori che coniughino doti tecniche con visione del gioco e che sappiano tradurre con rapidità l’intuizione della giocata con la giocata stessa, che conoscano il campionato italiano e che non siano reduci da infortuni in modo da essere disponibili subito. Prima ancora di tutto ciò i giocatori devono essere di assoluto gradimento di Ventura perché, se poi servono mesi prima che abbiano acquisito le necessaire conoscenze per essere mandati in campo dall’allenatore, non ha senso prenderli, a prescindere dal loro reale valore, poiché sarebbe come buttare i soldi dalla finestra e soprattutto il Torino non verrebbe rinforzato.
[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]
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