Qualche nodo da sciogliere c’è in casa Toro. Oggi dovrebbe essere il giorno dell’incontro fra Cairo e Ventura, ma potrebbe esserci già stato almeno in parte perché è impensabile che nell’ultimo periodo presidente e allenatore non si siano mai parlati in relazione agli scenari futuri. Ufficialmente il calciomercato non è ancora iniziato e per depositare i contratti in Lega si dovrà attendere luglio e anche per la risoluzione delle comproprietà c’è ancora tempo poiché avviene a fine giugno, però tutte le società, ben prima che termini il campionato, mettono a punto delle strategie che prevedono opzioni differenti a seconda del piazzamento in classifica e degli obiettivi per la stagione successiva. Quindi, anche se in modo vago Cairo e Ventura con Petrachi e Comi devono già aver impostato almeno in via teorica il futuro del Torino. Il prossimo campionato inizierà nel weekend del 26 agosto, sembra lontanissimo, ma non lo è affatto, perché il ritiro estivo inizierà a metà luglio, giorno più giorno meno. Tutti sanno che Ventura preferisce avere già dal primo giorno di lavoro buona parte dei giocatori, chiaramente poi anche lui deve fare di necessità virtù, però non dargli l’ossatura della squadra del prossimo anno subito vuol dire far partire la preparazione non benissimo, con la conseguenza che i giocatori nuovi dovranno impegnarsi in modo particolare per entrare nei sistemi di lavoro del mister e negli schemi di gioco, con il rischio di non vederli schierati nelle prime giornate di campionato.
Dell’attuale rosa granata sono pochi, solo otto, i giocatori che sono di proprietà esclusiva del Torino e non hanno il contratto in scadenza a giugno: Gillet, Di Cesare, Ogbonna, D’Ambrosio, Gazzi, Vives, Meggiorini e Diop; a questi bisogna aggiungere anche il terzo portiere Alfred Gomis, che a tutti gli effetti è un giocatore granata. Dei nove giocatori di proprietà però non si sa chi resterà e almeno due, Ogbonna e D’Ambrosio, potrebbero essere ceduti, il primo per fare cassa e il secondo se non sarà trovato un accordo sul rinnovo del contratto che è in scadenza nel 2014. Con così pochi giocatori sotto contratto è ovvio che il lavoro in sede di mercato sarà molto e di grande importanza. Le scelte che dovranno essere fatte riguardano in primo luogo il modulo, finora Ventura ha fatto giocare il Torino o con il 4-2-4 o con il 4-3-3, ma nelle ultime quattro gare, contro Milan, Genoa, Chievo e Catania, ha sempre utilizzato inizialmente il 5-3-2 che in fase offensiva si trasformava in 3-5-2. Chiaramente è possibile allestire una rosa che possa soddisfare sia il 4-2-4, sia il 4-3-3 e anche il 5-3-2, però per riuscirci il numero di giocatori titolari per ognuna di queste situazioni deve essere maggiore, così come quello delle riserve valide, altrimenti si rischia solo di dover adattare i calciatori a ruoli differenti da quelli a loro naturali.
E’ logico pensare che Ventura chiederà alla società che Darmian, Glik, Masiello, Cerci e Barreto siano ancora giocatori del Torino anche il prossimo anno e magari anche Rodirguez, Basha e Jonathas. Per quello che si è visto in campo anche in questa stagione, nonostante gli acciacchi che hanno avuto, Brighi e Santana sono due che sarebbe più che sensato tenere. Per la prossima stagione fatto salvo che rimangano Gillet, Darmian, Glik, Ogbonna, D’Ambrosio, Masiello, Gazzi, Cerci, Barreto e Meggiorini da considerarsi titolari, basandosi sulle scelte fatte da Ventura nella stagione appena conclusa, e Di Cesare, Rodriguez, Basha, Brighi, Vives, Santana e Jonathas come riserve, sia che l’obiettivo rimanga anche solo la salvezza sia che, invece, si alzi l’asticella e si voglia formare una squadra che possa aspirare a piazzarsi fra il decimo e il settimo posto, l’organico dovrà essere rafforzato con almeno cinque titolari: un terzino, due centrocampisti, un esterno sinistro e una punta. A questi cinque vanno aggiunti come riserve di assoluta affidabilità: un portiere, un terzino, un centrocampista, due esterni uno destro e uno sinistro e una punta. E per completare l’organico un terzo portiere e qualche giovane, uno per reparto, da far crescere. Chiaramente si ragiona volendo dare per scontato che il giudice sportivo per quel che riguarda le inchieste su scommessopoli non infligga pene a Gillet, Gazzi e Barreto, o al massimo li fermi per un breve periodo da scontarsi quasi tutto prima dell’inizio del campionato.
Undici giocatori nuovi sono molti, ma la previsione è fatta tenendosi molto molto prudenti e mantenendo il più possibile gli attuali giocatori in modo che ci sia già un gruppo che conosce alla perfezione come lavora e cosa richiede l’allenatore. Con uno scenario di questo tipo la salvezza sarebbe un obiettivo obbligatorio, mentre un traguardo più ambizioso dipenderebbe dal valore dei nuovi giocatori, più è elevato e più sarà possibile centrare il decimo posto, tenendosi con i piedi ben ancorati a terra in modo da salvaguardare i tetti di spesa e non fare il passo più lungo della gamba e non illudere nessuno per quel che riguarda gli obiettivi.
[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]