Il Torino fa fatica a segnare e la costruzione del gioco offensivo è deficitaria e questi sono problemi di non poco conto, però allenatore e dirigenti, ma anche giocatori continuano a ripetere che ci vuole pazienza e che per far crescere i giovani e inserire al meglio gli stranieri ci vuole tempo. Vero, ma con il passare dei giorni, delle settimane e dei mesi se non si vedono dei miglioramenti è inevitabile che si deduca che gli interpreti non sono quelli adatti. Potenzialmente buona parte dei nuovi giocatori arrivati in estate ha la possibilità di portare il Torino a raggiungere gli obiettivi, ma finora l’andamento è stato altalenante e nell’ultimo periodo sembra persino che ci sia stata un’involuzione sia sul piano del gioco sia caratteriale che ha portato a faticare per mantenere il vantaggio con il Parma, a non andare oltre il pareggio con l’Atalanta e alle sconfitte con Hjk Helsinki e Roma. Solo una vittoria e convincente per atteggiamento e gioco prodotto e finalizzato con il Sassuolo domenica all’ora di pranzo permetterebbe d’iniziare le manovre per invertire la rotta.
Una settimana per svoltare: o la va e il Torino s’incanala su binari che possono portarlo a puntare alla parte sinistra della classifica in Italia e a passare il turno in Europa League o la spacca e la squadra di Ventura si deve accontentare di un campionato di sofferenza con l’obbligo di non finire negli ultimi tre posti e di scordarsi l’Europa. Il Torino ha in mano il suo destino, decida che strada vuole intraprendere.
[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]
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