L’amore è eterno finchè dura, recitava il titolo di un film di Carlo Verdone del 2004. Quello di Rolando Bianchi nei confronti del Torino è ancora discretamente vivo, ma quello della dirigenza nei suoi confronti lo è? Sono ormai almeno due anni che il bomber cerca di dribblare ogni riferimento alla sua cessione. E nonostante i proclami a mezzo stampa, Cairo continua a ritenerlo merce di scambio. Inutile disquisire di trasparenza: il Toro è stato promosso da due mesi e un chiarimento definitivo non c’è mai stato tra il patron e l’attaccante. Segnali di un gioco delle parti che durerà sino alla prima offerta appetitosa per Bianchi e per il club. Ma la fine della corsa è prevista nel giugno 2013, alla scadenza del contratto dell’ex Manchester City.
E il Toro freme per monetizzare quanto prima, invece. D’altro canto il giocatore intende rispettare un patto siglato nel 2008. Solo uno sprovveduto, in un black-out economico come quello attuale, farebbe le valigie per un altro lido in cui si sognerebbe di percepire 1,2 mlioni. Guardando in faccia la realtà, il progetto tecnico di Ventura non è si mai calzato (nè di calzerà) sulle caratteristiche di Bianchi, e per questo si lavora sotto traccia per acciuffare la preda giusta. Pertanto si ritorna a parlare di Nicola Pozzi, attaccante di movimento sampdoriano, che lavorò con il tecnico ligure nella breve esperienza di Napoli durante l’autunno 2004. Ma anche in questa sessione di mercato, il tentativo di scambio si spegnerà sul nascere: Pozzi vuole rimanere in blucerchiato, Ferrara lo ritiene importante per il progetto. Non bastano come argomenti per desistere?
[Riccardo Billia – Fonte: www.torinogranata.it]