Un lieve malore ha impedito a mister Ventura di presentarsi in conferenza stampa dopo la gara con il Milan, al suo posto a commentare la sconfitta con i rossoneri si è presentato l’allenatore in seconda Salvatore Sullo.
Prima di tutto, come sta Ventura?
“Il mister ha avuto un lieve malore poco prima che iniziasse il secondo tempo, ma niente di particolare è una cosa che esula completamente da quello che è la partita”.
Però lo si è visto particolarmente adirato subito dopo il gol di Robinho.
“Era adirato per il gol e purtroppo devo dare una brutta notizia: di qui alla fine del campionato ci capiterà di subire qualche altro gol. Parlando adesso in conferenza si possono usare dei toni invece in uno stadio con ventimila persone si deve urlare per farsi sentire, detto questo la sconfitta è un peccato perché nel primo tempo la partita era stata abbastanza equilibrata, avevamo concesso poco ed eravamo stati scaltri nell’occasione del gol di Santana, se fossimo riusciti a terminare il primo tempo sull’uno a zero questo ci avrebbe dato un pizzico di serenità in più nella ripresa. Invece l’aver pareggiato prima dell’intervallo ha dato al Milan slancio e poi la loro seconda rete ci ha tagliato le gambe”.
Il Torino nelle prime dodici partite aveva subito dieci gol, nelle ultime quattro, anche se gli avversari avevano una maggiore caratura, ben undici. Un campanello d’allarme o le maggiori difficoltà difensive sono imputabili al tipo di squadre affrontate?
“Ogni gol subito fa suonare il campanello d’allarme nel senso che va analizzato e si cerca di capire perché lo si è subito e di conseguenza si cerca di lavorare affinché l’errore non si ripeta più, si cerca sempre di migliorare quello che si è fatto in campo, nei limiti di quelle che sono le nostre possibilità lavorative. Bisogna anche analizzare bene come sono nati questi gol: credo che in questo momento in Italia, tolte le prime cinque-sei-sette squadre di serie A, nessun’altra formazione si può permettere di affrontare la Juventus in dieci per un’ora quindi di quella partita, per quanto mi riguarda, analizzo i primi trentacinque minuti dove avevamo concesso due tiri da trentacinque metri a Pogba. Con la Roma al settantaseiesimo abbiamo subito un episodio, ma per il resto avevamo subito qualche cosa però niente di clamoroso, quindi alla fine i numeri sono quelli e vanno accettati e bisogna fare delle riflessioni che vanno fatte in modo più ampio e non basandosi solo su freddi numeri”.
Quali difficoltà ha trovato oggi il Torino soprattutto nel secondo tempo?
“Le difficoltà si sono avute dopo il secondo gol del Milan quando si è dovuto giocare in spazi che erano troppo congeniali alle caratteristiche dei calciatori rossoneri rispetto a come si era svolta la partita fino a quel momento, perché fino a quando la partita era stata in equilibrio gli spazi per i giocatori del Milan erano minori e infatti avevano avuto pochissime occasioni per tirare verso la nostra porta in quanto trovavano difficoltà a farlo”.
Sul piano del gioco d’attacco e in particolare sullo sviluppo delle azioni sulle fasce il Torino ultimamente sta un po’ mancando, pensa che lavorando su questo la squadra possa migliorare?
“Bisogna sempre vedere quello che l’avversario concede. Il calcio alla fine è spazio e tempo e se gli avversari occupano certi spazi si cerca di occuparne altri prima che i giocatori dell’altra squadra prendano posizione, detto questo sempre e comunque bisogna lavorare di più anche quando si fanno tre gol, venti cross e quindici passaggi filtranti. Il calcio dà sempre la possibilità di fare un pizzico meglio e questo deve essere sempre l’obiettivo di chi calca il campo e di chi lavora per far si che chi gioca faccia le cose al meglio. Quindi bisogna sempre lavorare un po’ di più, non perché si è lavorato poco, ma perché bisogna spostare sempre un po’ di più in alto l’asticella”.
Domenica prossima affronterete il Genoa, la partita diventa quasi uno spareggio sebbene si sia ancora nel girone d’andata?
“Parlare di spareggio alla diciassettesima giornata mi sembra effettivamente esagerato. Questo è ancora un periodo in cui la crescita della squadra e dei singoli è fondamentale, molto di più di un risultato. Credo che la classifica vada guardata e gestita, se posso usare questo termine, nelle ultime sei-cinque giornate, adesso vanno ricercate le prestazioni e, come dicevo, la crescita dei singoli giocatori perché un risultato positivo estemporaneo fa passare una settimana tranquilla, ma poi si costruisce niente”.
[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]
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