Dimenticarsi del rigore concesso alla Roma perché fra tre giorni c’è la Fiorentina, altro cliente molto ostico e oltretutto in un gran momento di forma: ultimo pareggio il ventuno ottobre con il Chievo, mentre non perde dal trenta settembre con l’Inter, ha la seconda difesa del torneo e il quarto attacco. Hanno detto bene Gillet e Santana dopo la partita con la Roma: “La classifica si è accorciata verso il basso, nelle prossime difficili partite in casa dovremo fare la differenza vincendo e facendo punti”. Infatti, prima dell’ultimo turno di campionato fra il Torino e l’ultima della graduatoria, il Siena, vi erano sette punti, oggi fra i granata e il Genoa ve ne sono cinque.
É vero che in questi cinque punti sono stipate sette squadre (Sampdoria 13, Bologna, Palermo, Chievo e Pescara 11, Siena 10, Genoa 9), ma questo non può far sottovalutare che la distanza dalla zona più calda della classifica è esigua, soprattutto perché di qui a Natale il Torino dovrà affrontare tre partite dal tasso tecnico elevato (Fiorentina, Juventus e Milan) e due scontri diretti per la salvezza (Genoa e Chievo). Ecco perché è fondamentale conquistare più punti possibili ed è logico che sia più facile farlo fra le mura amiche, dove la spinta del pubblico indubbiamente aiuta.
La partita con la Roma si sapeva già prima che le squadre scendessero in campo che per i granata starebbe stata dura, infatti, mister Ventura, purtroppo per lui, profeticamente nella consueta conferenza stampa che precede il match aveva detto che la Roma avrebbe segnato due gol, così come è poi avvenuto. L’allenatore del Torino sperava però che la sua squadra riuscisse a sfruttare in contropiede gli spazi che sempre le formazioni allenate da Zeman lasciano poiché attaccano in otto uomini, ma la speranza del mister granata praticamente non si è quasi mai tramutata in realtà. Il Torino si è difeso intercettando i palloni che a ripetizione arrivavano nella sua area, però, non è riuscito, se non in rare occasioni, a impostare il proprio gioco rimanendo, quasi sempre nel primo tempo e per buona parte del secondo, bloccato non solo nella propria metà campo, ma addirittura a ridosso della propria porta, questo, al di là dell’episodio del rigore, ha determinato la sconfitta.
La sconfitta con la Roma non è stata preoccupante per i due gol subiti (sarebbero stati di più se i giocatori della Roma non avessero commesso molti errori nell’inquadrare lo specchio della porta difesa da Gillet), ma per l’assedio costante giallorosso che praticamente ha impedito al Torino qualsiasi manovra se non quella di intercettare e allontanare i palloni, sottolineando così in modo quasi brutale tutti i limiti della squadra granata. Di questo Ventura e i giocatori dovranno fare tesoro e trovare al più presto delle soluzioni, perché se è vero che squadre che giocano come la Roma ce ne sono pochissime e però altrettanto vero che il Torino ha parecchie difficoltà a passare dalla fase difensiva – pur avendo una difesa fra le migliori del torneo (la quarta con dodici reti subite in tredici gare) – a quella offensiva quando viene pressato con grande determinazione e costanza dagli avversari. Oltre a questo la squadra granata non brilla neppure quando riesce a costruire la manovra offensiva, perché troppo spesso crea situazioni da gol però poi non le concretizza. Tutto ciò in vista delle gare con Fiorentina, Juventus e Milan è indubbiamente uno svantaggio non di poco conto, anche se sarà difficile che queste squadre assedieranno l’area granata come ha fatto la Roma, ma creeranno comunque grandi pericoli e al Torino non basterà difendersi per non perdere dovrà obbligatoriamente riuscire, e non solo a tratti, a impostare la manovra offensiva e a non commettere errori di mira quando arriverà al tiro nella porta avversaria.
Quattordici punti in tredici partite non sono un bottino esiguo, però se non saranno incrementati già domenica con il passare delle giornate diventeranno un capitale insufficiente a garantire l’obiettivo finale. Dirlo non è seminare zizzania come dicono i falsi amici del Toro, ma semplicemente analizzare lucidamente e obiettivamente la realtà in modo da spronare società, allenatore e giocatori a trovare soluzioni più idonee a migliorare il gioco, prima che la situazione diventi quasi impossibile da risolvere. Margini, anche se non amplissimi, per agire ci sono anche prima della riapertura del calciomercato di gennaio, però le soluzioni che possono essere trovate comportano il mettere al primo posto il bene del Toro senza guardare in faccia nessuno e attuando anche, se necessario, scelte impopolari e sulla carta rischiose, in quanto i pareggi servono ben poco e se si vuole provare a vincere qualche rischio lo si deve correre. Questo lo si può fare solo ed esclusivamente se tutti all’interno del Torino agiranno insieme condividendo veramente strategie e obiettivi.
[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]