Il Copenhagen non è squadra da sottovalutare, anche se è già aritmeticamente escluso dai giochi e il fatto di disputare la partita davanti al proprio pubblico non depone a favore del Torino, perché i danesi vorranno concludere l’avventura internazionale facendo comunque bella figura con i propri tifosi. A parte la famosa gara con l’Helsinki il Torino in Europa non ha mai sfigurato, anzi quindi i presupposti per riuscire nell’intento ci sono tutti. Toccherà però a giocatori ed allenatore evitare tutti quegli errori che stanno compromettendo i piani in campionato. Lo stimolo della vetrina internazionale dovrebbe influire e in aggiunta il tempo per dimostrare che il lavoro svolto è effettivamente finalizzato a raccogliere bei frutti sta per scadere, poiché il cinque gennaio riaprirà il mercato e inevitabilmente sancirà promozioni e bocciature, quindi tutto questo dovrebbe aumentare la determinazione nei granata a vincere in Danimarca.
Al Torino si chiede solo di comportarsi da vera squadra: entrare in campo concentrato fin dal primo istante di gioco; non commettere errori individuali e collettivi che non si perdonerebbero neppure ai bambini dell’oratorio; accorrere in aiuto ai compagni in difficoltà; adottare qualche accorgimento tipico del mestiere per risolvere situazioni potenzialmente sfavorevoli, come spedire la palla in tribuna se occorre; mantenere la concentrazione fino al triplice fischio finale. All’allenatore: di individuare gli uomini più determinati e in forma senza pensare alle loro carte d’identità o alle partite successive, visto che il tempo per recuperare le forze c’è in quanto in campionato il prossimo impegno sarà lunedì sul far della sera; di sviluppare un gioco che mantenga la squadra compatta e che favorisca la manovra e la finalizzazione nella fase offensiva; di effettuare cambi tempestivi togliendo subito chi non ha più forze fisiche o mentali. Il Torino deve essere Toro, per specifiche chiedere al team manager Giacomo Ferri o all’allenatore della Primavera Moreno Longo che era nel gruppo che nel 1993-1994 arrivò ai quarti di finale della Coppa delle Coppe o anche al responsabile tecnico della scuola calcio Silvano Benedetti, lui c’era nel 1991-1992 quando il Torino giocò la finale della Coppa Uefa e in campionato si piazzò al terzo posto.
[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]
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