Ufficialmente non è un caso, ma nei fatti lo è e da molto tempo. Fra Bianchi, il capitano, e il Torino, inteso soprattutto come società, non c’è più il feeling di un tempo e questo inevitabilmente si ripercuote sul giocatore e anche sulla squadra. Con l’arrivo di Ventura, che ha una concezione del gioco globale in cui tutti i calciatori devono partecipare alla manovra sia difensiva sia offensiva, il rendimento, inteso come numero di gol segnati, di Bianchi è vistosamente calato, anche se in questo avvio di stagione è il granata che ha realizzato il maggior numero di gol, quattro in campionato e due in Coppa Italia. Se a questo si aggiunge che il Torino non brilla per gol realizzati, anche se crea parecchie occasioni, ecco che non si può ignorare che c’è un caso Bianchi che inevitabilmente va a influire sul gioco del Torino e acuisce di molto il fatto che nel mercato estivo la società, a parte Sansone, non abbia preso nessuna punta con esperienza di serie A e facilità nel segnare.
Il contratto di Bianchi con il Torino scade a giugno e potrebbe quindi risolversi naturalmente il rapporto fra il giocatore e la società, però soprattutto adesso e fino alla riapertura del calciomercato il 3 gennaio una quadra per il bene del Toro va trovata. Il Bianchi visto contro il Bologna, tanto per rimanere all’ultima partita giocata, è indubbiamente un calciatore che ci mette il massimo impegno per essere utile alla squadra e guadagnarsi lo stipendio segnando, peccato che, forse un po’ per troppa frenesia e un po’ perché deve partecipare molto alla manovra, non è lucido sottoporta e sbaglia gol praticamente fatti. Il buon seno dice che bisognava risolvere la questione quest’estate e l’inizio di questo campionato è la conferma che per il bene di tutti era meglio se Bianchi e il Torino avessero preso due strade differenti.
Con questo non si vuole assolutamente dire che il capitano non è un giocatore di valore o che la colpa sia sua se la squadra granata segna poco o che Ventura deve cambiare il modo di far giocare il Torino per mettere nella miglior condizione Bianchi, facendo sì che i compagni giochino per lui in modo che stazioni dalle parti dell’area avversaria e riceva cross da trasformare in gol. Però sarebbe auspicabile che tutti mettessero da parte un pezzettino delle proprie convinzioni facendo un passo indietro in modo che a trarne vantaggio sia il Toro e di conseguenza anche i singoli ne abbiano un giovamento. L’obiettivo stagionale è la salvezza e per ottenerla servono le parate di Gillet, l’attenzione e la precisione nel marcare gli avversari di Ogbonna o Rodriguez in sua vece, il lavoro indefesso di Gazzi, le sgroppate di Cerci e i gol di D’Ambosio e Glik, ma anche quelli di Bianchi.
[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]