Torio-Lazio 0-2: Felipe Anderson mette la quinta

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logo-lazioTORINO – Che Lazio, che Felipe Anderson. Che cinquina al campionato. La Lazio non si ferma, trova la quinta vittoria consecutiva, non succedeva dal 2010 con Reja in panchina. Pioli sale a 49 punti, allunga sul Napoli, più tre sulla squadra di Benitez, resta a più quattro sulla Fiorentina che in casa ribalta il Milan. E va a meno uno dalla Roma, in attesa del posticipo con la Sampdoria. I biancocelesti non brillano, vincono lo stesso. È la notizia più bella. Contro il Torino è di nuovo un Felipe Andershow: il brasiliano studia i granata nel primo tempo, li stende nella ripresa con giocate d’alta scuola. Altri due gol (ora sono 8 in campionato, 9 stagionali). Altre magie. Altri applausi da parte di tutti. La Lazio è trascinata da un extraterrestre, con lui in campo dall’inizio ha sempre vinto. Un motivo c’è: è un fenomeno.

NOIA – Eppure nel primo tempo sono più sbadigli che occasioni da gol. La Lazio prova a fare la partita, ha sempre il pallone tra i piedi, il problema è che non riesce a farlo girare velocemente. Poco movimento da parte dei tre davanti, Felipe Anderson, Klose e Mauri non dettano il passaggio, manca la precisione sulla trequarti. I biancocelesti non riescono a sfondare. All’intervallo sono due i tiri in porta della squadra di Pioli, al 17’ e al 19’: prima Cataldi spara sopra alla traversa una sponda di Parolo, poi è lo stesso centrocampista ex Parma a provarci con una conclusione sul primo palo. Il Torino resiste nonostante il turnover di Ventura. L’allenatore dimostra di pensare più al ritorno di Europa League con lo Zenit che al campionato, schierando pochissimi titolari. Dietro non ci sono Glik e Moretti, giocano Bovo e Jansson. In avanti riposo per Quagliarella e Maxi Lopez (in panchina 16 dei 30 gol granata, la differenza si vede), dentro Martinez e Amauri. Proprio la punta italo-brasiliana ha sulla testa l’occasione più nitida per sbloccare il risultato: Gaston Silva crossa dalla sinistra, Amauri stacca solo in area, ma conclude centralmente. Marchetti respinge con il corpo, Martinez spedisce fuori la respinta corta.

CAMBI – La ripresa inizia come era finito il primo tempo. Il Torino è attento a chiudere le traiettorie di passaggio, la Lazio non trova lo sbocco giusto nella metà campo granata. Pioli capisce che deve fare qualcosa, effettua un doppio cambio al 57’: Onazi prende il posto di Cataldi, Keita entra per uno spento Mauri. La Lazio si dispone con il 4-3-1-2, con Felipe che si posiziona alle spalle di Klose e Keita. Il brasiliano prova a innescare gli attaccanti, accende il turbo e serve a Keita una palla d’oro al 64’. É l’occasione più ghiotta, viene sciupata malamente. Il classe ’95 si invola verso la porta avversaria, ma invece di tirare col sinistro rientra sul destro e scivola nel momento decisivo. Il suo tentativo viene deviato da Padelli in angolo.

SCATENATO – Ma la Lazio ora ha una marcia in più, si chiama Felipe Anderson. Innocuo per un’ora, imprendibile nei successivi venti minuti (fino a quando Pioli non lo richiamerà per Ederson). Al 71’ la prima perla: Anderson prende in giro Maksimovic sulla trequarti, dribbla il malcapitato Jansson e spedisce il pallone a un centimetro dal palo alla destra di Padelli. Lo show è iniziato. Prosegue al 78’: Klose parte in progressione, il taglio verso il centro di Keita libera Felipe sulla sinistra. Servizio perfetto per il numero 7, che da dicembre non sbaglia più un colpo. Il suo mancino passa sotto le gambe di Padelli e gonfia la rete per il 2-0. La Lazio aveva già sfiorato il raddoppio con Keita. Per lo spagnolo però la porta sembra ancora maledetta. É la fine anticipata del match, de Vrij e Mauricio chiudono tutto. L’olandese è praticamente perfetto. Marchetti sventa alla grande una conclusione dalla distanza di Darmian e manda un messaggio al ct Conte che guarda la partita in tribuna. Triplice fischio: applausi alla Lazio, standing ovation per Felipe Anderson. L’extraterrestre venuto dal Brasile.

[Carlo Roscito – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]